ORTA DI ATELLA. Dopo lOrdinanza n. 61 del 25.09.2008, finalmente è arrivata la n. 72 del 17.11.08.
La differenza è che questultima si basa su un rilievo tecnico dellARPAC di Caserta, che ha rilevato ammoniaca nellaria e la concentrazione crescente nellavvicinarsi a Eurocompost, e su quella dellUOPC dellASL CE2, distretto 34 che ha contestato la mancanza di autorizzazione sanitaria per la nuova tipologia di lavorazione della ditta. Finalmente ci siamo trovati afferma Enzo Falco di fronte ad una sinergia istituzionale tra le diverse competenze in materia ambientale, quella che dovrebbe essere la norma e assicurare il costante controllo della salute dei cittadini. Cè voluta la protesta di migliaia di cittadini, interrogazioni regionali e parlamentari, un manifesto di tutti i parroci della Diocesi di Aversa, una pressione dellopinione pubblica mai verificata in tanti anni. Ma la domanda da porre è: abbiamo risolto tutti i nostri problemi? O dovremmo rilanciare su tutte le altre criticità ambientali del nostro territorio?. Non dimentichiamo che larea dei Comuni a nord di Napoli e a sud di Caserta, dal Nolano/San Felice a Cancello al Litorale Domitio è stato individuato dalla l.426/98 e da tutti gli studi OMS, Protezione civile ecc.. come il territorio maggiormente martoriato dal punto di vista ambientale e delle patologie presenti di gran lunga superiori alle medie. Le criticità sono legate ai Regi Lagni (fogna a cielo aperto), al cattivo funzionamento dei depuratori, alle aree industriali fuori controllo ambientale, ai rifiuti speciali e pericolosi sversati per le nostre campagne, ai mille fuochi di sostanze strane che ci accompagnano da tempo. E per questo che diciamo continua Enzo Falco che non bisogna abbassare la guardia e rilanciare. Tutti devono fare la loro parte, a partire dalla politica, a mio avviso troppo distratta da giochi di potere, mentre cè un mare di cose da fare. Bisogna sviluppare unazione coordinata a breve, medio e lungo termine su rifiuti, bonifiche e depurazione delle acque. Chi ha visto Report, domenica scorsa, ha potuto costatare che la questione bonifiche ristagna ed è mal posta se si occuperà solo di togliere i rifiuti tout court senza presupporre il controllo successivo ed la ricomposizione paesaggistica. La questione riguarda tutti, anche le scelte che si dovranno fare a cascata sul controllo satellitare e fisico dei siti una volta bonificati, dalle coltivazioni che si andranno a sviluppare su quei terreni (possibilmente no food e rigeneratrici dei terreni stessi), sulla vocazione agricola che si vuole dare ai nostri territori in termini di agricoltura di qualità che dia respiro e danaro agli agricoltori che dovranno assumere sempre di più la funzione di custodi del territorio. E soprattutto mai più la nascita di impianti che partono con un certo tipo di lavorazione e poi nel corso degli anni diventano altra cosa, senza un controllo specifico su questi processi, lasciando che facciano il brutto e cattivo tempo tenendo in scacco migliaia di cittadini che hanno il diritto di respirare aria pulita.