abbigliata con un abito rosso come la lava del Vesuvio e intessuto doro come
il grano che ondeggia a maggio nei campi vicini.
In braccio la signora regge e
offre a chi la guarda il figlio suo. Sulla sua testa, a indicare la maestà,
reca una piccola e graziosa corona doro. Tanti boccoli dorati come una cascata
scendono dalla sua testa: è
Madonnella
come è sempre stata appellata dagli abitanti di Succivo, una seicentesca
immagine della Madonna del Rosario secondo liconografia religiosa barocca
napoletana. È questa limmagine che accoglie chi imbocca la statale: è a questa
immagine che i devoti automobilisti rivolgono il proprio saluto, chiedono la
protezione, si raccomandano per un viaggio sereno ed elevano preghiere
silenziose. È questa limmagine che cera e che tra la notte del 24 25
ottobre è stata asportata, rimossa e rubata da mani che sanno solo rubare e portata
via da ignoti e ignobili ladri. Dà tristezza vedere adesso i calcinacci tufacei
lì dove cera un sorriso di madre e il candore di un bimbo che aspettavano le
richieste di tutti.
Lopera in piastrelle maiolicate e dipinte 22×22 cm, datata
1891, di fattura e autore ignoto, ha sempre suscitato attorno a sé la devozione
mariana e il rispetto dei devoti appartenenti ad una non lontana società
contadina che organizzava verso limmagine cortei processionali contro la
siccità e la disgrazia per la possibile perdita del raccolto, raduni di
preghiere e Rosari per tutto il mese di maggio e suppliche per ottenere la
buona salute. Tutto questo è stato cancellato e negato per lavidità di qualche
appassionato darte religiosa. Il comune di Succivo, nella persona del
sindaco, Franco Papa, ha presentato
denuncia del furto e ha fatto presente tutta la sua possibile collaborazione
per un eventuale ritrovamento. Il parroco della parrocchia della
Trasfigurazione di Succivo, Crescenzo
Abbate, su sollecitazione di un gruppo di devoti sta cercando di restituire
la cara immagine alla devozione popolare facendola rifare da esperti e
abilissimi ceramisti vietresi, noti in tutto il mondo per la bravura e per la
vivacità cromatica delle loro opere. Laugurio è quello di poter di nuovo
rivedere quella cara immagine alla quale le generazioni che ci hanno preceduto
erano devote, perché non si toglie una madre ai figli.
foto di Gennaro Pascale