TRENTOLA DUCENTA. Lultima Giunta voluta dal sindaco Nicola Pagano non poteva che creare uno stato confusionale senza precedenti.
Situazione che viene palesata dalla valanga di dichiarazioni successive alla presentazione della nuova squadra di governo delle città. Critiche forti arrivano da quelli che sono, ormai, i resti dellArcobaleno, resti che in verità fino a qualche giorno fa erano stati del tutto inerti alla morte della coalizione e che oggi si rizelano e si ergono a difensori di quella posizione che ormai era morta da mesi. LArcobaleno-Uniti per Trentola Ducenta, questa la denominazione esatta della lista ed associazione che avevano portato alla vittoria Nicola Pagano, nasceva da una forte voglia di dare un nuovo governo alla città, in forte contrapposizione con quella continuità nel tempo che era stata rappresentata da Michele Griffo, ex sindaco.
La spinta di nuovo arrivava fondamentalmente dallinterno, infatti proprio un gruppo di ex consiglieri comunali, ex fedeli a Griffo, cooptati da unulteriore quota di infedeli storici, mettevano insieme quella che fu definita la carta del tradimento, che portò alla destituzione di Griffo stesso e allarrivo prima del Commissario Prefettizio, quindi delle nuove elezioni. Che la coalizione dellArcobaleno fosse fin troppo colorata lo si capiva dallinizio, ma i tentativi di mettere forti strati di colla si resero inutili dallinizio. Uno di questi tentativi fu proprio la realizzazione dellAssociazione che meglio di tutto si sperava fosse stata capace di coalizzare per andare avanti. Così non fu, le variegate componenti quasi da subito volarono ognuna verso i propri poli di attrazione fatale, ed ecco quindi la fuga verso lUdc, che però nel frattempo aveva trovato convergenze dirette con la maggioranza, svestendosi quindi dei panni di oppositore per rientrare nello stesso gruppo fedele a Nicola Pagano. Cè stata quindi la costituzione del gruppo del Partito Democratico (con la fusione di Democratici di Sinistra e Margherita), che neanche esisteva allinizio, la nicchia socialista che andava a prendere propria identità, la fuoriuscita dei Comunisti Italiani che dopo la defenestrazione dellassessore Pirozzi, si ritiravano sparendo del tutto, la rarefazione dei Verdi, la cui esistenza veniva addirittura smentita dalla stessa segreteria provinciale, la incollocabilità dellItalia dei Valori a metà strada tra varie scelte non definite. Una serie di trasformazioni ed allontanamenti che a più riprese ed in varie fasi avevano dato colpi mortali alla primitiva idee di stare insieme. In pratica, si definiva una diversa coalizione, non più quella di tutti per uno, uno per tutti, ma quella di ognuno per i fatti suoi e con tutti ove ve ne fosse la possibilità e la necessità. Questa la storia, in breve dellevoluzione di una idea. Evoluzione che ha anche portato a tutta una serie di distinguo e prese di distanze tra personaggi diversi e che forse alla fine ha costretto Pagano, pur di continuare a portare avanti limpegno preso a questa scelta finale. Infatti, per mettere fine a questo blocco vitale fatto da tutta una serie di distinguo, veti incrociati e liti che alla fine hanno solo generato immobilismo di tutta la macchina amministrativa comunale, unica soluzione era quella di cambiare. In verità, vi sarebbe stata la soluzione del tutti a casa, ma è unaltra storia. Veniamo ora alle critiche, quelle solite pungenti di Michele Griffo, che cerca di portare punti utili a casa.
Ci sono poi le critiche del Partito Democratico, che si esprime in varie anime e dice sì alla nuova Giunta, asserendo il suo appoggio esterno sul programma, per poi criticare le scelte e dare addosso ai neo assessori Conte e Zagaria. Ci sono i socialisti che dicono no alla giunta criticando aspramente gli esterni Savino e De Roma. Cè il consigliere DAlessio, in quota Udc, che proprio non ci sta con la casta che governa la città, casta di cui pare faccia parte anche il suo partito. Insomma la confusione è totale e allorizzonte il sole splendente forse dovrà attendere prima di fare la sua comparsa, nel frattempo arriva la mazzata-Bertolaso che inserisce proprio Trentola Ducenta tra gli 80 e passa comuni della Campania da commissariare per lemergenza rifiuti e allora lo scenario diventa ancora più autunnale.
Di sicuro cè bisogno di impermeabile ed ombrello, qui piove a dirotto.