AVERSA. Sanità: tagli e riorganizzazione aziendale. Il nuovo piano ospedaliero, approvato nei giorni scorsi nelle sue linee generali dal Consiglio Regionale, cerca di porre un argine al debito della sanità in Campania.
Ma allAsl Ce 2 restano alti gli sprechi di denaro pubblico. Proprio nel distretto sanitario, diretto da poco meno di un anno dalla dottoressa Antonietta Costantini, infatti, continuano ad albergare impudicamente vere e proprie guarentigie e privilegi mascherati da incarichi, assunzioni e consulenze, rispettivamente assegnati e conferite sotto la precedente gestione più per status ed appartenenza che per competenze acclarate e funzionalità aziendale. Questultimo parametro, quello della funzionalità aziendale per intenderci, dovrebbe presiedere ad ogni scelta gestionale virtuosa, soprattutto quando lazienda che si ha lonere di dirigere è pubblica. AllAsl Ce 2, prossimamente destinata (secondo il nuovo piano ospedaliero) a fondersi con
In buona sostanza, con tale atto la manager dellepoca ritenne opportuno, di avallare un nuovo corso del nucleo di valutazione del distretto, ampliandone il numero dei componenti e portandolo a sette unità complessive. Un nucleo di valutazione che vedrà la sua composizione nelle persone del dottor Giuseppe Catenacci (fratello del più noto Corrado, balzato, questultimo, agli onori della cronaca per essere stato Commissario straordinario per la gestione dellemergenze rifiuti in Campania), del dottor Fabrizio Fiordiliso, (fratello dei più noti Gennaro e Gino, rispettivamente ex assessore della giunta Ferrara il primo ed aspirante sindaco il secondo), del dottor Salvatore Di Palo, del dottor Francesco Stabile (allepoca della nomina fresco di laurea e figlio dellaltro aspirante sindaco, nonché politico di lungo corso e consigliere comunale Peppe. Ma, ancor più significativamente, nipote di Salvatore, segretario provinciale della Fials sindacato sanitario egemone nellAsl Ce2); del dottor Luigi Canfora; del dottor Antonio Leonardo di Stasi, poi sostituito in quanto deceduto dalla dottor Ippolito Adelaide, ed infine del dottor Ludovico Barca. Tra costoro, già nel 2004, sarebbero state riscontrate, stando sempre alla determina 169, tali figure: un esperto in materia di amministrazione di enti pubblici, un esperto in materia fiscale, un esperto in materia di controllo aziendale e budget, un esperto in materia di sistemi di valutazione ed un esperto in materia di gestione di risorse umane più due esperti nellorganizzazione e nel funzionamento dei servizi sanitari ed amministrativi delle aziende sanitarie. Questi, grazie ad un regolamento a maglie estremamente larghe, hanno potuto e possono gestire la propria attività di verifica con ampia discrezionalità, percependo ciascuno 12.700 euro annui, più spese per viaggi di servizio.
I “fantastici sette”, però, nonostante le indubbie valenze, pare non siano stati sufficienti a svolgere le onerose mansioni affidategli, tanto da rendersi necessario già nel 2005, secondo il parere della Ruggiero, non si sa più se nella veste della chioccia o in quella di direttrice generale, il conferimento alla dottoressa Veronica Cesare, dipendente Asl, dellincarico di supporto tecnico amministrativo alla bisogna.
Da questo quadro, quasi un “regalo di congedo” per altri tre anni dalla dinamica Ruggiero, con la delibera n.353 del 18 settembre 2007 (pochi mesi prima del suo addio allAsl Ce2), emergono due dati sconfortanti. Il primo che alcuni dei professionisti esperti non dipendenti, componenti del nucleo di valutazione (e che proprio in quanto non dipendenti dovrebbero garantire oggettività di valutazione), sono in realtà emanazione di poteri che operano dentro e fuori lazienda sanitaria. Pertanto, assai aleatorio appare (come apparve anche quattro anni or sono) il tentativo della Ruggiero, di garantire trasparenze ed oggettività nelle procedure di valutazione. Il secondo dato è che la sanità del distretto Ce2, nonostante lo stoico impegno dei magnifici sette, pare non abbia vissuto una stagione particolarmente smagliante per produzione di risultati, anzi. Questo sicuramente non è addebitabile ai sette che dovevano solamente verificare e puntualmente rapportare.
Ma ci domandiamo: in un clima tormentato che vede la sanità campana sul banco degli imputati per carenza di servizi, di strutture e per gravi indebitamenti non sarebbe il caso che da quel della provincia di Caserta si dessero segnali di un più oculato, parco e socialmente utile impiego di risorse?