Falsi acquisti di auto aziendali, uomo condannato dal giudice

di Redazione

 CESA. Aveva ricevuto un’offerta allettante, quella di acquistare una macchina aziendale ad un importo di favore.

Per questa ragione aveva deciso di voler procedere all’acquisto e si era fidato di un giovane professionista che proponeva l’affare. In questo modo, G.N., 52 anni di Cesa, aveva deciso di inviare anche un acconto a Gabriele De Blasi, per avere questa autovettura. Come lui anche altre persone erano cadute nel tranello che questo signore, apparentemente distinto, che si spacciava per avvocato o commercialista a seconda dei casi, aveva messo in atto. Solo che per De Blasi l’altro giorno è arrivata la prima condanna per truffa, inflittagli dal Giudice Monocratico di Aversa, dottor Valerio Natale. Una condanna pesante, vale a dire un anno di carcere con il beneficio della pena sospesa condizionata al pagamento del risarcimento del danno alla vittima di turno. Per cui, tradotto in parole povere, De Blasi – che nel corso del processo si era anche offerto di rimediare al danno per poi non far sapere più nulla – per evitare il carcere dovrà restituire i soldi che con lo stratagemma ha portato via. Infatti, l’imputato si presentava con buone credenziali, appartenente ad una ottima famiglia dell’agro aversano. Faceva credere ai suoi interlocutori che aveva a disposizione della auto aziendali da vendere, offriva dei buoni prezzi e si faceva inviare i soldi con un vaglia on line, intestato ad una società che recava il suo nome. Dopodiché non rispettava i tempi della consegna pattuita, spiegava che vi erano stati dei disguidi e degli intoppi burocratici, prometteva la restituzione delle somme, fino a sparire del tutto.
Molte le persone che, nell’agro aversano, sono state truffate con questo sistema. Il processo, tenutosi dinanzi al Giudice Monocratico di Aversa, ha fatto venire a galla il sistema messo in piedi da De Blasi, con la sua condanna. La parte civile, difesa in questo processo dall’avvocato Enzo Guida, ha chiesto ed ottenuto il risarcimento dei danni, oltre alla affermazione della responsabilità penale dell’imputato.

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