Critica di Maria Nacca al concetto di “Prodotto Tipico”

di Redazione

PastaPRESENZANO. “Prodotto tipico, enogastronomia, valorizzazione e promozione del territorio, rural economy, sistema, filiera, biodiversità, politiche di sviluppo, marchio di qualità. Parole, parole, parole, per citare una famosa canzone.

Specie se restano incartati nei labirinti della burocrazia o aleggiano nelle aule consiliari di seminari e convegni. Così è passato il primo sessennio 2000-2006 dedicato all’utilizzo dei fondi europei per riqualificare le nostre zone. E mentre questi concetti rimangono idee, c’e’ chi già li attua. L’esempio viene da un’iniziativa che vede protagonista il cibo naturale e genuino legato all’identità e alla storia locale. Siamo alle pendici del monte Cesima e la proposta di creare un percorso enogastronomico parte dal cuore di una decina di aziende agricole, tra produttori e ristoratori, che fanno sistema, dove la motivazione principale è rafforzata dal superamento di schemi burocratici e consolidata, invece, dalla concreta passione di privati che credono nell’offerta di qualità. Una filosofia che dovrebbe essere adottata anche dalle istituzioni e amministrazioni locali. Il percorso si snoda in diverse serate a tema dove vengono presentati, di volta in volta, i diversi prodotti: dalla scoperta dei vitigni autoctoni della Campania ai sapori dimenticati del territorio, dalle varie fasi produttive della carne alle antiche tecniche di lavorazione della pasta, del pane e dei formaggi fino a una spiegazione delle proprietà organolettiche degli stessi. Il tutto seguito da una degustazione a base dei prodotti illustrati. La finalità’ è di fondere sapere e sapori per “concretizzare” il tanto abusato concetto di prodotto tipico. Perché il consumatore ha bisogno di vedere questo prodotto di cui si è parlato tanto e, soprattutto, di (ri)conoscerlo. Perché creare quel processo che parte dalla conoscenza e porta a una cultura del gusto, a una scelta della produzione di qualità e alla strada del benessere non solo culturale ma anche economica, significa riqualificare il territorio. Ora che questi concetti sembrano chiari, come saranno impegnati i prossimi fondi per la programmazione 2007-2013?”

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