Accadde Oggi. Le piene del fiume Tevere nella città di Roma si sono susseguite nei circa 2600 anni dalla fondazione della città.
La tipicità del fiume, le due grosse anse che si snodano in città e unlivello sul mare alquanto basso, che in alcuni punti è di soli circa 12 metri e che quindi non rende certo facile il deflusso della massa dacqua che comunque non è enorme (circa 240 metri cubi al secondo, contro i 4000 del fiume Nilo), giustifica le piene e le esondazioni che si sono succedute nel tempo. Daltra parte, da sempre una delle opere ingegneristiche più forti in città, eccezion fatta per il periodo in cui la città fu in mano ai Papi, è stato il rafforzare gli argini, che specie in pino centro abitato spesso e volentieri venivano superati dalle acque. Oggi ai fattori di un tempo si aggiunge il rientro della zona di foce e nel tempo luso sempre maggiore del fiume che una volta in piena trascina tutto verso i fornici dei ponti occludendoli.
Di certo, la zona critica di piena è quella che riguarda il pieno centro della città. Addirittura Garibaldi nel 1875 propose un progetto che tendeva a deviare completamente il Tevere dal centro città. La proposta non fu accettata e si andò a rafforzare gli argini esistenti. La sistemazione delle fogne cittadine, immesse nelle cloache che andavano a sfociare a valle del fiume, fuori Roma, decisamente ridusse le inondazioni in città. Le piene del fiume sono state storicamente riportate dalle manine, le lapidi che ogni volta hanno segnato la crescita delle acque.
La prima piena, secondo lindicazione delle manine, risale al 1277, anche se le pine in epoca di antica Roma furono più che frequenti. Comunque è dal 1277 che le piene vengono indicate con dati certi e storicamente riscontrabili. Tra il 414 d.c. e il 1277 Roma è stata sede di almeno 58 piene, con un livello record di 16 metri, il 24 dicembre del 1598 la piena arriva a 19,56 metri , con punte oltre i 17 metri nel febbraio 1637 (17,55) e a dicembre del 1870 (17,22).
Lultima piena di poche settimane fa si è fermata intorno ai 13 metri e la Protezione Civile ha più volte riportato che il pericolo serio scattava a 14 metri. Per fortuna tutto è rientrato, ma a questo fenomeno i romani, almeno quelli antichi erano preparati.