Cassazione: reato paragonare una donna a Monica Lewinsky

di Redazione

Monica LewinskyDa oggi è diffamazione apostrofare una donna “Monica Lewinsky”. A stabilirlo la Cassazione che ha annullato un verdetto con cui il tribunale di Foggia aveva assolto un avvocato per il contenuto di una sua risposta, in una controversia civile, ritenuta offensiva per una donna.

Il legale aveva definito i ragionamenti della controparte “farneticazioni uterine” aggiungendo che sarebbero stati il frutto di una “natura lewinskiana”. La signora Gennarina M. ha così presentato querela, ritenendosi diffamata per l’accostamento alla famosa stagista dell’ex presidente americano Bill Clinton. L’avvocato, in un primo momento, era stato assolto dal giudice di pace, poi condannato in appello dal tribunale di Foggia, ma senza riconoscere alla donna alcun risarcimento. La Cassazione, invece, con la sua decisione ha invitato il tribunale pugliese a tener conto della gravità delle parole usate dall’avvocato nel determinare il risarcimento del danno alla signora. In particolare, la Cassazione ha sottolineato che l’espressione “farneticazioni uterine” è frutto di un “”retaggio maschilista e gravemente offensivo”. Anche il riferimento a una “natura lewinskiana”, a parere dei giudici, “è gravemente lesivo della reputazione”.

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