La “Lazzariata”, scene dalla rivoluzione napoletana

di Redazione

Repubblica NapoletanaMARCIANISE. Il Purgatorio napoletano del 1799, di Antonio Addari e Gerardo De Rosa, rivive nella “Lazzariata”, a cura dell’Aris.Tea di Marcianise.

La Napoli popolare, contrapposta a quella degli strati borghesi o intellettuali, status della Repubblica Napoletana del 1799, fatta per lo più dalla gente del popolo e dagli scugnizzi, uniti dall’unico intento di riscattarsi, è pronta per calcare le scene del teatro Ariston di Marcianise, animata dall’inesauribile volitività della ormai nota “Compagnia Stabile”. Sotto la magistrale guida del regista Francesco Sisto, infatti, i giovani attori di Aris.tea, nei giorni di Natale e di Santo Stefano, si cimenteranno in un lavoro corale, particolarmente ambizioso e coraggioso, mirato a portare alla ribalta il “Purgatorio napoletano” dei giorni della rivoluzione del 1799.
Lo spettacolo affronta, infatti, gli avvenimenti che all’alba del 1799 – e per una manciata di mesi – sconvolsero completamente la storia del Regno, quello borbonico, la vita di chi vi abitava e, soprattutto, fecero saltare letteralmente gli equilibri sociali, politici ed economici di una grande città: Napoli, che lentamente e faticosamente, già nella prima metà del 1700, con il lavoro encomiabile del re Carlo III di Borbone e dei suoi illuminati ministri, primo tra tutti bernardo Tanucci, era riuscita a risollevarsi dal Vice-regno spagnolo, divenendo una delle maggiori capitali europee. L’intera vicenda scenica si svolge nelle cucine e in alcuni ambienti di un palazzo patrizio dove lo stratificato microcosmo dei suoi ospiti, resta travolto dagli eventi rappresentati in alcune giornate emblematiche, consumate durante il periodo che va dal dicembre del ’98 al giugno del ’99. In quella casa la vita andrà avanti cercando di adattarsi, non senza dolore, all’ennesimo mutamento forzosamente subito da Napoli; ma la tragedia busserà alla sua porta, la storia chiederà come tributo un sacrificio troppo esoso anche da chi, in “prezzo di sofferenza”, ha sempre sopportato oneri gravosi. La casa, dunque, come metafora di una “Napoli – Purgatorio” all’interno del quale si aggirano anime in pena, non i “demoni in Paradiso” di crociana memoria; non anime perse, quindi, ma anime disperse da mani dissipatrici.
A dare vita ai protagonisti della vicenda, saranno impegnati: Margherita e Cornelio Piscitelli, Valerio Salvatore, Mirella Rotaniello, Vincenzo Gionti, Francesco Di Maio, Angelica Di Mauro, Raffaele Delle Curti, Remo Grillo, Ilaria Perfetto, Franco Acconcia, Pino Braccio, Paola Maietta, Angelo Anemola, Isabella Pastorella, Andrea Acconcia e Pompeo Musone, tutti giovani attori della “Compagnia stabile” di Aris.tea, e quasi tutti “vecchie conoscenze” per il pubblico del teatro Ariston di Marcianise. Essi, infatti, già si sono distinti in passato per altre interpretazioni di successo, tra cui “Capocomico” di Raffaele Viviani, “La favola del bambino che non sapeva mangiare”, di Antonio Scavone, “La cantata dei pastori” di Andrea Perrucci, “La patente” di Luigi Pirandello, “Pericolosamente” di Eduardo De Filippo, “Stato Minore” di Antonio Scavone, “C’era una volta un bambino normale”, di Antonio Scavone.
Grande merito per le numerose iniziative di Aris.Tea va al gestore del teatro Ariston, nonché presidente dell’associazione, Emilio Napolitano – che si propone di perseguire l’obiettivo di avvicinare i giovani e i giovanissimi al mondo del teatro, ritenendo che esso possa essere un utile strumento di vita e di insegnamento – e al regista, Francesco Sisto. Egli ha annoverato tra i suoi successi personali dei lavori legati a nomi importantissimi del mondo del Teatro e della Televisione, come quelli di Mario Scarpetta, Luisa Conte e Giacomo Rizzo, Luigi de Filippo, Daniela Poggi, e ha maturato anche esperienze di Assistente e Regista teatrale.

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