“Frammentazione”, analisi antropologica del professor Russo

di Redazione

MondragoneMONDRAGONE. Domenica 28 giugno, presso il Centro d’Arte e Cultura “On Art” di Mondragone, in via Matilde Serao 8, di cui è fondatrice Clara Menerella, a conclusione della mostra di pittura e scultura “Dall’uno all’altro mar” di Setyo Mardiyantoro, …

… sarà presentata l’analisi antropologica “Frammentazione: i valori del corpo oltre la vita nei rituali della tradizione napoletana”, svolta ed esposta dal professor Michele Russo. A moderare il professor Federico Assia, organizzazione di Clara Menarella.

“Frammentazione” è il titolo dell’indagine antropologica svolta dal professor Michele Russo e presentata attraverso immagini e foto, il cui tema è incentrato sul discorso del corpo oltre la morte. Questo titolo introduce, attraverso un gioco semantico, un argomento che inizialmente nei più potrebbe suscitare delle remore. Infatti, dall’unione della parola ‘frammenti’ più la parola ‘azione’ scaturisce tutta una serie di argomentazioni riguardanti il tema del corpo oltre la morte. Ma quale tipo do corpo? Questo studio ha come filo conduttore il discorso del corpo che non muore. Con la morte biologica e il conseguente disfacimento del corpo vi è un residuo, ‘‘frammenti’’ di corpo, che interagiscono con il mondo dei vivi, ‘azione’.Questo corpo è un corpo potente, incorrotto, che chiama e che chiede di essere riconosciuto. Il lavoro si sviluppa partendo dal concetto di corpo e anima, con chiaro riferimento ai quesiti che si ponevano gli antichi filosofi greci, percorrendo un cordone ombelicale, mai spezzato, nel cuore del sud Italia. Infatti, a testimonianza della centralità del corpo si prende in considerazione il culto delle anime in pena, nei rituali e nelle pratiche magico-religiosi di una città quale Napoli, dove le tradizioni millenarie si mescolano attraverso i secoli, per giungere fino ai giorni nostri, anche se in forma meno accentuata. Il culto dei morti ‘‘anonimi’’ a Napoli è stato sempre sentito; la città ha offerto molto spesso, fino agli anni ’70, l’occasione di poter praticare tale devozione. Nel ‘ventre della città’ vi sono situati innumerevoli chiese, cripte e catacombe con migliaia di scheletri e teschi anonimi ammassati da secoli all’interno di essi. Questi luoghi deputati al culto delle anime purganti oggi sono diventati un richiamo turistico che, se da un lato svilisce la sua reale natura, dall’altro ha riacceso quelle antiche usanze che nel popolo napoletano sono solo rimaste assopite, ma non dimenticate. Questo forte richiamo al dialogo con i corpi anonimi e con i riti ad essi connessi, come la pratica di richiesta di intercessioni, ha un forte impatto emozionale nei devoti. Anche l’arte moderna ne resta affascinata: artisti di provenienza e culture diverse interagiscono ed esprimono artisticamente con la loro sensibilità, appropriandosi dei pensieri e stati d’animo di una cultura non più estranea ad essi.

La società moderna sempre più nasconde la morte corporea, ne ha paura, e sperimenta solo ciò che percepisce. I nostri corpi valgono solo perché vivi, li usiamo nel concreto ma tutto quello che va oltre la vita viene annullato, nascosto perché non utilizzabile, mentre la familiarità dei corpi perduti e ritrovati, nel culto delle reliquie corporee, e nelle preghiere a loro rivolte, non producono suggestioni o paure, ed offre l’opportunità al popolo di interagire con essi. Vi è una logica nel ‘divenire’ che non produce remore nella cultura partenopea, dato che la vita fa parte della morte e viceversa. Le difficoltà quotidiane vengono superate facendo esplicita richiesta alle anime ‘anonime’.

Con il culto dei teschi, le cosiddette capuzzelle, si ha uno scambio di favori tra il vivente e l’anima purgante attraverso la richiesta dei riti di passaggio della vita: la nascita di un figlio, il buon esito di un fidanzamento con matrimonio, trovare un lavoro. Questi riti avvengono con l’adozione di un’anima senza identità, che, all’atto di dispensare le dovute richieste, viene riconosciuta dal devoto ed adottata: le si crea una casa e le si dà un nome e in tal modo viene familiarizzata.

Ecco che allora c’è uno scambio di aiuto reciproco: l’anima ‘anonima’ si ricompone perché riconosciuta, diventa un corpo potente perché comunica con il mondo dei vivi. Anche nei frammenti di corpo, le reliquie, accade lo stesso: il corpo si riconosce attraverso un’‘azione’ miracolosa, quale il sangue, e con forza interagisce con prodigi quasi alchemici, come la liquefazione. Tra gli esempi più suggestivi ed emozionanti vi è quello di San Gennaro, che nell’interpretazione dei devoti è segno di buoni auspici per l’intera collettività di una città chiamata Napoli”.

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