SAN FELICE A CANCELLO. Ennesimo colpo inferto dalla Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Rodolfo Ruperti, alla criminalità organizzata casertana che, comè noto, non è diffusa solo a Casal di Principe e nei comuni dellagro aversano.
Infatti, Maddaloni, San Felice a Cancello e i comuni a ridosso tra la provincia di Caserta e lagro nolano sono infestati da gruppi camorristici che nel passato si sono resi autori di delitti particolarmente efferati, basti ricordare la nota strage di Acerra scaturita a seguito delluccisione del fratello di Mario Di Paolo, detto U pummarolaro, nel cui clan aveva un posto di rilievo il noto Clemente Massaro detto O pecoraro. Sono passati anni, ma affiliati e fiancheggiatori del clan, nonostante i durissimi colpi subiti con la scomparsa del capoclan ed il pentimento di elementi di spicco, continuano a gestire attività illecite quali estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. Anche lattenzione degli investigatori, seppure intensamente impegnati sul versante casalese, continua ad essere vigile, con una costante attività infoinvestigativa rivolta ai personaggi comunque vicini a queste famiglie camorristiche.
Nella serata di ieri, sotto una pioggia battente, gli agenti della Squadra Mobile, dopo estenuanti servizi di osservazione ed appostamento, hanno fatto irruzione nellabitazione del pregiudicato Mario Montefusco, 45 anni (nella foto), ubicata a San Felice a Cancello, in via Ponticello. Labitazione è in aperta campagna, raggiungibile solo attraverso una strada sterrata, e circondata da un vasto giardino recintato da mura di cemento armato. Proprio nel giardino, in una parte che appariva, nonostante la pioggia degli ultimi giorni, recentemente rimossa, i poliziotti, insospettiti, hanno iniziato a scavare con una vanga ed hanno così rinvenuto, accuratamente avvolto in fogli di cellophane, un micidiale fucile a canne mozze con matricola abrasa, ben oleato e perfettamente efficiente, completo di cartucce altrettanto micidiali, già inserite nelle camere di scoppio. Le modalità delloccultamento fanno ritenere che larma fosse tenuta pronta per essere usata nei prossimi giorni.
Sullepisodio, Montefusco si è chiuso in un silenzio eloquente. Informato dellarresto, il magistrato di turno presso la procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha disposto che Montefusco, il quale ha nominato suo difensore lavvocato Clemente Crisci del foro sammaritano, fosse tradotto in carcere, dove rimarrà in attesa di essere sottoposto a processo.