Cpo, D’Angelo: Per collaborare occorre il rispetto della verità

di Redazione

 Adele D’AngeloSANT’ARPINO. Sulla questione della Commissione Pari Opportunità interviene il consigliere Adele D’Angelo del Pd per alcune precisazioni.

“Non posso che condividere quanto già dichiarato dal capogruppo del Pd rispetto alle valutazioni propriamente politiche. Mi corre l’obbligo comunque di chiarire: nessuna prevaricazione, ho solo rivendicato un mio diritto previsto dallo Statuto vigente; so bene che non spetta a me modificare lo Statuto, né mai l’ho detto. Infatti, questo compito è del Consiglio Comunale. Del tutto inventata la mia pretesa ( non appartiene al mio costume) a dover concordare le date di convocazione, poiché mi sono limitata, ed era ed è un mio diritto, a sottolineare che una riunione, per discutere problemi seri, era stata convocata il giorno prima per il giorno dopo. Del tutto incomprensibile, poi, la polemica sul presunto ‘marchio di appartenenza’, in relazione al Convegno programmato per il 15 dicembre e, poi, rinviato a data da destinarsi. Infatti, è del tutto normale che all’interno dei Partito, e non solo del nostro, ci sono donne ( ma anche uomini) che discutono e prendono iniziative in materia di politiche di Pari Opportunità. E sulla scorta di tali iniziative avviare il confronto con altri per poter arrivare alla più ampia convergenza politica. Nessuno ha mai preteso in tale materia l’esclusiva e lo dimostra il nostro impegno e la nostra passione e anche la nostra chiarezza di posizione, che non può essere interpretata, come voi fate e in maniera pretestuosa, di ‘parte’. Essa va intesa correttamente per quella che è: la proposta di una parte politica sulla quale democraticamente ci si confronta e si decide con la più ampia e possibile convergenza. Infine, due opportune precisazioni per evitare polemiche basate sul nulla. La prima riguarda il mio diritto ad utilizzare la carta intestata del Partito Democratico,in quanto consigliere comunale eletta nella lista presentata del Partito Democratico, nonché iscritta e tesserata in quel Partito. Quindi, veramente le ‘beghe’ lasciamole agli altri! La seconda per ristabilire la verità sui due voti del 18 e 28 novembre: nel primo si sono approvate, e con il voto anche di Colavita, Romano e Dell’Aversana, delle modifiche che non toccavano il diritto al voto della rappresentante del Consiglio; nel secondo, e in tale occasione non c’è stata unanimità, le modifiche riguardavano essenzialmente la privazione del diritto di voto alla rappresentante del Consiglio Comunale. Ciò precisato, nessuna difficoltà a riconfermare, come sempre, la mia piena disponibilità a lavorare, con impegno e passione, insieme!”.

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