Del Prete: “Nessuna intromissione, ma rivendicazione di un ruolo”

di Redazione

 Elpidio Del PreteSANT’ARPINO. “Mi dispiace che le sette componenti della Cpo hanno finito con il confondere le idee anche al collega consigliere, per il quale, tra l’altro, nutro non poca simpatia”.

Lo afferma il capogruppo del Partito Democratico, Elpidio Del Prete, che replica alle dichiarazioni del consigliere Maurizio Di Serio, il quale aveva detto “basta” alle “intromissioni politiche” nella Commissione Pari Opportunità. “Io – chiarisce Del Prete – mi sono limitato a rispondere ad un attacco portato al mio Partito, senza alcuna ragione, da parte delle componenti della Cpo indicate da Alleanza Democratica. Infatti, nel comunicato delle sette componenti, e questa sì che è un’inopportuna intromissione, si criticava, senza alcuna ragione, una iniziativa del Pd in materia di politiche di pari opportunità. Ci saremmo macchiati della colpa di lesa maestà per aver programmato un convegno che si occupasse e discutesse di questione che non riguardano solo l’universo femminile. Il consigliere Di Serio certamente sa che ‘gli organi di parità sono strumenti di osservazione, discussione e promozione di politiche di uguaglianza fra i generi (donna – uomo) e fra le diversità (culturali, disabilità, orientamento sessuale, razza)’. Se le cose stanno così, e stanno così, non comprendo quale sarebbe stata l’invasione di campo! Anzi, il Pd si sarebbe adoperato per sostenere e portare avanti iniziative in favore della maggiore integrazione possibile delle donne in ogni settore della vita a partire dalla politica. A tale proposito faccio una proposta all’amico e collega consigliere Di Serio. Prendiamo una iniziativa insieme per valorizzare la presenza delle donne in ogni attività dell’amministrazione”.

“Per quanto riguarda le citazioni – aggiunge Del Prete – permettimi di consigliarti di essere più spontaneo, di non essere fiscalista, alla ricerca della perfezione, perché, senza volerlo, si può incorrere in errori. Io, infatti, ho citato in base a ricordi e, credimi, non ho sbagliato. Amore e Carità sono espressioni molto simili. Perché, e senza scomodare Platone, se ci mettiamo a sbizzarrirci con le citazioni rischiamo di perdere la faccia, se non si ha il coraggio di riportarle per intero e virgolettate: “Paolo VI diceva che «la politica è la forma più alta ed esigente della carità». Queste parole sono una sferzata a chi ha ridotto la politica a funzione e non a quello che per un credente in Cristo significa, cioè una missione. Ma è anche una sferzata a tutti quei cristiani da sacrestia che, avvizziti in uno spiritualismo malato e schizoide, credono di venir meno all’impegno sociale definendo tutto ciò che è politico come qualcosa di losco, in realtà alibi al loro disimpegno e alla loro mediocrità. ‘Amiamo la «polis», appassioniamoci degli altri e del loro destino; siamo cristiani coscienti, semplicemente non indifferenti’. Si tratta di un pensiero di don Francesco Pesce, parroco della chiesa di Santa Melania Juniore, che se lo rileggi con attenzione ti accorgerai di come costituisce proprio una critica a chi non ha il coraggio di misurarsi con la politica, ritenendola qualcosa di losco, e la vorrebbe fuori dalla Commissione Pari Opportunità!”.

“Infine, – conclude il capogruppo del Pd rivolgensodi sempre a Di Serio- poiché a te non risulta, ti segnalo quanto detto dal cardinale Tarcisio Bertone nel trentennale della morte di Paolo VI: ‘Gli anni del post-Concilio furono per lui segnati talvolta da solitudine con la percezione di non essere compreso’”.

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