AVERSA. E proprio vero che solo chi sa per esperienza diretta che cosa è la sofferenza comprende le sofferenze degli altri e si ingegna per dare, in qualche modo, concretamente una mano per renderle almeno più accettabili.
E quanto prova a fare Luigi Russo. Costretto dalla malattia a vivere su una sedia a rotelle dopo venti anni di lavoro passati alla guida di una autoambulanza dellospedale San Giuseppe Moscati, Luigi prova a lanciare un sos alle istituzioni locali per dare una mano a un gruppetto di extracomunitari che si trova in condizioni al limite della sopravvivenza.
Si tratta – racconta – di algerini e marocchini, di età compresa tra i trenta e i cinquanta anni, che non avendo la possibilità di reperire un tetto, passano la notte sotto la copertura del campo da bocce di Parco Pozzi. Fisicamente – continua – sono tutti più o meno malandati, ma ce nè uno in particolare che manifesta segni evidenti di cirrosi epatica. Credo di non sbagliare, perché in venti anni da paramedico di malati di fegato gravi ne ho visti tanti e quello lì mi sembra proprio uno serio. Sarebbe il caso di fare qualche cosa e non solo per lui aggiunge ricordando che in alcune città del nord Italia le amministrazioni locali si sono attivate per assicurare un riparo ai senza tetto in questo periodo dellanno in cui il freddo è particolarmente intenso. Anche se coperti dalla tettoia del campo di bocce, dormendo allaperto, sulla nuda terra cè rischio – riprende Luigi – che qualcuno di loro ci lasci la pelle.
Non si può restare a guadare e se proprio non si può dare aiuto a tutti come hanno fatto al nord, almeno si faccia qualche cosa per lalgerino che credo sia ammalato seriamente di epatite conclude Luigi che avrebbe già segnalato il caso personalmente allassessore alle politiche sociali.