RUVIANO. Su input del parroco Massimiliano Iadarola una nuova iniziativa della Parrocchia Sant’Andrea Apostolo in Alvignanello di Ruviano: la Scuola di Comunità.
É lo strumento principale per perseguire la vita nuova e unIo nuovo. La Scuola di Comunità non è un esercizio intellettuale, ma di contemplazione che deve essere fatto in uno spirito di preghiera. Durante la riunione è in questione la nostra vita, la nostra felicità.
La nostra felicità poiché l’obiettivo di questa scuola è di vivere una coscienza sempre più grande del legame tra ogni momento della nostra vita ed il senso ultimo, Dio, quello che corrisponde ai desideri del nostro cuore. La scuola di Comunità è una vera ascesi, nel senso di lavoro, chiede un impegno vero di ciascuno. Un impegno nello studio, nella comunicazione d’esperienze ed ascolto dell’altro con amore, fiducia e misericordia. Il lavoro è di impregnarsi del testo per mettere parole in ciò che viviamo, e riconoscere la presenza del Cristo. Questo lavoro come ogni lavoro, mentre è un’azione posta nella realtà, conduce ad un cambiamento.
Tutto il nostro essere si lascia toccare dalla grazia offerta da queste riunioni. Con le nuove cognizioni, con le condivisioni, si realizza poco a poco l’opera in noi, abbiamo un nuovo sguardo sui nostri bambini, sulle riunioni quotidiane, sugli eventi, uno sguardo più profondo, uno sguardo illuminato dalla luce del carisma di Punto Cuore, luce del dono supremo di Gesù, della sua compassione estrema per la sorte dei peccatori. la Scuola di Comunità si riunisce il sabato alle ore 17 nella chiesa parrocchiale. Coordina l’equipe Giacomo Riccio con don Massimiliano.
Un appuntamento da non mancare sarà la Consacrazione Monastica di padre Fabrizio e padre Giampiero lunedì, 26 gennaio , alle ore 20, nella chiesa parrocchiale in Alvignanello di Ruviano. Cos’è la consacrazione monastica? Padre Fabrizio e padre Giampiero sono già stati segnati da parte del Signore dalla consacrazione battesimale. Volendo dare a questa prima e fondamentale consacrazione una caratterizzazione più radicale, ora si offrono per un’ulteriore azione santificatrice dello Spirito. Riconoscendo in sé la divina chiamata, hanno trascorso questi ultimi anni imparando a militare per il vero re, Cristo Signore (Regola di S. Benedetto, Prologo, 3).
Seguendo il consiglio del Vangelo si sono già impegnati a vivere in castità d’affetti, povertà di possesso personale e obbedienza. Secondo la tradizione monastica, a questi tre voti, che vengono riassunti in quello dell’obbedienza, si affiancano anche la conversio morum (cioè lo spirito di continua conversione al Vangelo) e la stabilitas (il dimorare per sempre in monastero all’interno di questa famiglia). Il rito della professione solenne si presenta come consacrazione monastica definitiva, con ciò sottolineando che quel che pone nello stato religioso di monaco, non è tanto l’atto con cui l’uomo si professa tale, ma piuttosto un intervento consacratorio divino.
La Fraternità Monastica di Ruviano è composta da fratelli che hanno scelto di vivere nel celibato e nella vita comune secondo la tradizione monastica, per essere al servizio della Chiesa locale e della Chiesa tutta nell’offrire possibilità di silenzio, di preghiera e soprattutto di ascolto della Parola di Dio. Nata da una lunga ed intensa ricerca dei suoi iniziatori, – che li ha portati all’incontro con la Comunità Monastica di Bose e con il suo Priore Enzo Bianchi, e soprattutto dall’incontro con due Monasteri benedettini, quello di S. Marie de la Pierre qui Vire in Francia e quello con il Monastero di Noci (Ba) -, la sua peculiarità che è pure la ragion d’essere di questa nuova forma di vita monastica è quella di un’attenzione primaria al primo annuncio della fede rivolto a giovani ed adulti.
La comunità si pone, quindi, al servizio della Parola in ritiri, giornate di spiritualità e nella direzione spirituale. Per questo la comunità riserva gran parte del suo tempo e delle sue energie allo studio, inteso come ricerca incessante di quella Verità che, sola, può essere via di piena umanizzazione dell’uomo! Per esprimere l’esigenza di radicamento nella più che millenaria tradizione monastica della Chiesa, specie benedettina, si è scelto di dedicare il nascente Monastero a San Roberto di Molesme (1028 ca. – 1111), iniziatore della riforma di Citeaux, uomo di Dio ribelle ad ogni mediocrità, capace, come dice il profeta (Ez 22,30), di ergersi sulla breccia per difendere la città e di una vita di totale obbedienza alla volontà di Dio, una vita totalmente consegnata al Signore e alla sua Chiesa.