E duro scontro tra larcivescovo di Torino il cardinale Severino Poletto e la presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso sulla vicenda di Eluana Englaro.
Qualche giorno fa, infatti, la Bresso si era disposta ad accogliere la 37enne, in coma vegetativo da 17 anni, in una delle strutture sanitarie della sua regione. Ma sulla decisione del presidente delle regione è intervenuto il cardinale Poletto: La legge di Dio prevale su quella dell’uomo e per questo motivo i medici cattolici che si trovassero a lavorare nell’ospedale dove si intende interrompere l’alimentazione di una persona, dovrebbero obiettare e rifiutarsi di farlo.
Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile
. – ha replicato Merceds Bresso – Non entro nel merito delle dichiarazioni del cardinal Poletto che invita i medici cattolici all’obiezione di coscienza perché sono valutazioni religiose. Ma dico che l’obiezione di coscienza che nel nostro Paese è consentita solo per l’interruzione di gravidanza, evidentemente sarebbe rispettata anche in un caso del genere. Nessuno può essere obbligato a fare qualcosa se ritiene di non poterlo fare. Se fossi un medico e mi fosse chiesto di applicare il decreto – ha detto la Bresso – lo farei, ma con la morte nel cuore. La libertà dei medici sarà garantita, ha assicurato la Bresso. Ma penso che sia altrettanto disumano pretendere che per un tempo infinito una persona che non è più in stato di vita debba essere tenuta artificialmente in vita con lo strazio e della famiglia. La morale conclude – propria comunque non deve essere mai applicata agli altri.
Intanto questa mattina unaltra clinica di Udine, Quiete, ha dato la propria disponibilità ad accogliere Eluana: Il sindaco ci ha interpellato, – ha affermato il presidente della clinica Ines Domenicali – ho convocato informalmente il consiglio di amministrazione per decidere se verificare la nostra disponibilità. Non si è votato nulla e solo la prossima settimana lo faremo, dopo aver esaminato ogni aspetto della vicenda. La clinica non è convenzionata con il sistema sanitario nazionale e quindi per noi non possono valere atti d’indirizzo come quelli del ministro Sacconi.