Mastella ricomincia da Orta e benedice Brancaccio

di Antonio Taglialatela

Clemente Mastella ORTA DI ATELLA. Da Orta di Atella, centro del casertano dove realizzò il suo primo servizio giornalistico, Clemente Mastella tuona contro il Pd e Di Pietro e sottolinea che il suo Udeur è il miglior partito dal punto di vista della moralità. video

Il Campanileè rimasto “illeso” dalle vicende giudiziarie che l’hanno visto coinvolto, ribadisce l’ex ministro della Giustizia; gli altri di certo non possono affermarlo, visto quello che è successo a Genova, a Pescara e in Calabria. Invoca “rispetto”.

Accompagnato dalla consorte Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, Mastella riparte dalla gente, partecipando non ad una grande parata ma ad un congresso cittadino, dove ad attenderlo c’è l’amico Angelo Brancaccio, consigliere regionale anch’egli finito in una tempesta giudiziaria poi terminata nella classica “bolla di sapone”.

Mastella e BrancaccioE, proprio parlando di moralità, ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del suo denigratore per eccellenza, Antonio Di Pietro, che nemmeno se la passa tanto bene per le telefonate del suo figlio-consigliere provinciale. Secondo Mastella c’è un “doppiopesismo giudiziario”. “Le nostre presunte raccomandazioni (dice riferendosi all’inchiesta che riguardò l’Udeur) avevano rilievo penale mentre quelle del figlio di Di Pietro sono marachelle. Eppure lui chiedeva del materiale elettrico delle ditte e di ribassi, non trattava il disagio di qualche povero cristo del Molise. Inoltre, io non ho mai ricevuto da nessuno 100 milioni e un Mercedes come capitò a Di Pietro quando faceva il pm a Milano. Questo glielo dissi anche in un consiglio dei ministri, quando dava idea altezzosa della sua moralità”.

Non mancano riferimenti all’inchiesta di Catanzaro, avviata da Luigi De Magistris, e al già famigerato “archivio Genchi” in cui sarebbero racchiusi i dati di 350mila persone intercettate, tra cui persone non indagate ufficialmente. “Sono stato intercettato illegalmente e irregolarmente a Catanzaro, e non lo dico io ma un documento dei Ros di Roma. Il mio telefonino era sempre lo stesso e non l’avevo cambiato quando diventai ministro, perché non avevo niente da nascondere ed avevo scelto di proseguire il contatto diretto che avevo con la gente”.

In vista della riforma della Giustizia, per Mastella il governo dovrebbe prendere in considerazione il decreto sulle intercettazioni da lui proposto quand’era ministro, “che dà modo ai magistrati di indagare correttamente e, allo stesso tempo, limita le spese e garantisce la libertà dei cittadini innocenti”.

 Poilancia una proposta per risarcire le spese legali dei cittadini che vengono indagati e, dopo i diversi gradi di giudizio, sono dichiarati innocenti, attraverso “la creazione di un fondo straordinario”.

Sul piano prettamente politico, chiaro il messaggio al Pd: “Se Veltroni continua ad andare verso lo sbarramento del 4% alle Europee non faremo nessuna alleanza col Pd. Fino allo scorso anno Veltroni dava la colpa della litigiosità in politica ai piccoli partiti. Oggi questi non ci sono e la litigiosità c’è ancora, basta guardare lo scontro a Napoli tra Iervolino e Nicolais. La colpa, quindi, non è nostra ma loro”.

Sul federalismo fiscale non ha dubbi: “Avvantaggia le regioni ricche del nord e quelle a statuto speciale come la Sicilia e la Sardegna. La Campania perderà dai 500milioni a 1 miliardo di euro all’anno”. Quella Campania contro cui, secondo il leader del Campanile, si è creata una cappa mediatica: “Ci dipingono soltanto come una terra piena di camorra e di schifezze, dimenticando che ci sono tantissime persone per bene. Quando c’era l’emergenza rifiuti si parlava solo di Napoli, seppure la stessa non abbia mai riguardato le altre zone della regione, compresa parte della provincia di Caserta. Perché lo fanno? Così hanno una scusa per non mandare fondi a ‘quei camorristi’”.

Insomma, il Clemente da Ceppaloni tira dritto e vuole “restare in piedi”, anche a costo di navigare da solo. Non a caso cita una frase in inglese che era apparsa al congresso del Pd di Torino. “I Care” c’era scritto, che, tradotto alla lettera in napoletano, significa “Io cado”. “Ai giornalisti – racconta – dissi: ‘Lui (Veltroni, nda) cade, io no’”.

Clemente Mastella – discorso e intervista (25.01.09)

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