Allarme sottosuolo in via Piave

di Antonio Arduino

Basalto ribassato in via PiaveAVERSA. Ancora proteste per lavori stradali mal fatti. Questa volta ad essere sotto accusa sono quelli che hanno interessato via Piave.

Un’arteria del centro storico cittadino che collega piazza Savignano a via Diaz, rifatta pochi anni fa ex novo, con porfido doc e illuminazione anticata, grazie all’interessamento del consigliere comunale di maggioranza Adolfo Giglio che in questa strada abita al civico 33. Ebbene, da circa un mese, via Piave è diventata quasi intransitabile, tante sono le lastre della pavimentazione disconnesse che si incontrano lungo il percorso.

“E il problema – dice Francesco, che abita poco distante dal consigliere – non riguarda solo chi va in automobile ma soprattutto chi va a piedi”. “Perché – spiega – chi va a piedi non solo deve tenere gli occhi bene aperti per non inciampare nelle buche, create dalle disconnessioni, ma deve fare attenzione a non essere investito dalle automobili che scartano improvvisamente per schivare le buche e i lastroni fuori posto”. Insomma, chi percorre a piedi via Piave rischierebbe la pelle due volte la pelle. “E non mi riferisco – riprende Francesco – solo agli anziani, solitamente più esposti per la difficoltà a camminare naturale dell’età, ma a chiunque percorra la strada, dato che le buche sono tante”. Tante da non poter essere evitate, tante da non poter passare inosservate a nessuno. “Neppure a Giglio che, però, non le vede mentre dovrebbe vederle prima di ogni altro. Sia perché – osserva il cittadino – abitando in via Piave percorre la strada più volte al giorno, sia perché nella veste di consigliere comunale sollecitò i lavori di rifacimento di tutte le strade del rione, guadagnandone in popolarità e consensi elettorali”.

Invece, il consigliere non vede i lastroni dissestati e non si accorge che il massetto sottostante sta letteralmente cedendo ogni giorno di più, dando spazio alle ipotesi di chi teme uno sprofondamento improvviso della strada. Una eventualità possibile perché praticamente sotto ogni abitazione della zona vi sono le cosiddette “grotte”.

Vere e proprie caverne scavate nella roccia per recuperare pietre da costruzione, usate come cantine. Caverne che, si dice, percorrano il sottosuolo fino a via Roma e oltre. Creando un vuoto che, qualche anno fa, provocò uno sprofondamento in via Isonzo di entità tale da imporre all’allora assessore all’urbanistica Fiore Palmieri di attivarsi per realizzare la mappatura del sottosuolo cittadino per quantificare il rischio di sprofondamento. Un lavoro che, però, non risulta sia mi stato fatto. Così chi può escludere che in via Piave non si abbia il bis di quel crollo se non ci sarà un immediato intervento di manutenzione?

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