Dopo le dimissioni di Walter Veltroni, il futuro del Partito Democratico è appeso a un filo ma nonostante e lincertezza non si placano le polemiche e dissidi interni.
Bisognerà attendere sabato 21 febbraio quando si riunirà lassemblea nazionale, alla nuova Fiera di Roma. Fino a ieri, come aveva implicitamente annunciato anche lex segretario Veltroni, la poltrona di segretario era destinata a Dario Franceschini che avrebbe portato avanti il mandato fino alla sua scadenza naturale, cioè fino al congresso dautunno.
Ma oggi, lex Ministro della Difesa Arturo Parisi ha annunciato di volersi candidare e ha insistito affinché il prossimo leader del Pd sia eletto attraverso le primarie: Mi candido a nome dellUlivo. Assieme a chi pensa che si debba andare avanti – ha aggiunto Parisi – ci batteremo perché la parola ritorni ai nostri elettori attraverso le primarie. Se prevalesse l’idea di eleggere il segretario direttamente in Assemblea, avanzerò la mia candidatura in difesa della nostra idea di un Pd che riparta nel solco dell’Ulivo, e consentire cosi una scelta nitida tra linee politiche alternative. Questo è il momento delle scelte – conclude – In un passaggio come questo di tutto ha bisogno il partito fuorché di un segretario provvisorio perché guidato da una linea provvisoria.
Nonostante il nome di Franceschini resta quello più fattibile, nemmeno Enrico Letta esclude la sua candidatura anche se ammette che è troppo presto per parlarne.
Sulla crisi del Pd è intervenuto anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, alla domanda di alcuni giornalisti, risponde che la situazione non lo preoccupa: E un’abitudine. Sono 15 anni che sono in politica e mi sono confrontato con sette leader diversi, che sono andati a casa. Arriverà l’ottavo e credo non vorrà tradire la regola della sinistra.