MILANO. Nel maggio 2003 reagì ad una rapina nella sua tabaccheria in piazzale Baracca, uccidendo un giovane malvivente e ferendo il complice.
Oggi la Corte dAssise di Milano ha condannato Giovanni Petrali, 75 anni, ad un anno e 8 mesi di reclusione. Nello specifico, la pena riguarda un anno per lomicidio colposo con lattenuante della provocazione e otto mesi per aver utilizzato larma regolarmente detenuta fuori dal negozio. Laccusa aveva chiesto 9 anni e mezzo per omicidio volontario. In aula cerano anche i familiari del rapinatore ucciso, Alfredo Merlino, che aveva 20 anni, e di quello ferito, Andrea Solaro, 24 anni.
Tornassi indietro le armi le lascerei lì dove sono. Visto landazzo, le armi meglio lasciarle perdere, ha commentato il tabaccaio.
Il presidente del collegio giudicante era Luigi Cerqua, lo stesso magistrato che condannò per lesioni e omicidio colposo i gioiellieri Maiocchi per luccisione, nellaprile 2004, di un rapinatore montenegrino fuori dal loro negozio in via Ripamonti, a Milano. La colpa del tabaccaio – ha spiegato il giudice – è consistita in un errore di percezione della situazione in cui si trovava. A chi gli ha domandato se vi sia stata da parte dei giudici popolari una sensibilità sociale rispetto al tema della sicurezza, Cerqua ha risposto: Sono stati molto attenti, hanno chiesto, si sono informati. In una Corte, il mio voto di presidente vale quanto quello di un giudice popolare.
Secondo laccusa, Petrali doveva essere condannato per omicidio volontario: Fu protagonista di una vendetta personale – ha detto il pm – dal momento che i due rapinatori dopo aver portato via dalla cassa mille euro, si erano già dati alla fuga. La pistola, il signor Petrali non laveva nel cassetto ma andò a prenderla nello sgabuzzino quando i due erano già usciti dalla tabaccheria. Furono colpiti alle spalle.
Tra i presenti anche Stefano Solaro, fratello di Andrea, il rapinatore ferito dal tabaccaio: Avrei preferito che lomicidio di Merlino fosse giudicato volontario. Mio fratello ora sta bene – ha detto – ha pagato tutto quanto doveva pagare alla giustizia: ora studia giurisprudenza.
Davanti al Palazzo di Giustizia un corteo di solidarietà della Lega Nord, che ha esposto lo striscione Siamo tutti tabaccai.