PIGNATARO MAGGIORE. Il Comitato anticamorra di Pignataro Maggioredenuncia l’ammissione,ad una gara d’appalto, di una ditta colpita da interdittiva antimafia della Prefettura di Caserta.
Ecco il comunicato stampa delComitato anticamorra:
La Prefettura di Caserta, con nota protocollo 1522/12B.16/ANT/AREA 1^, in data 26 settembre 2007, registrata al protocollo del Comune di Pignataro Maggiore l’8 ottobre 2007 con il numero 09214, comunicava l’emissione di provvedimento interdittivo antimafia nei confronti della società cooperativa La Cattolica, con sede legale in Casal di Principe, via Catania, 28, ditta provvisoriamente aggiudicataria di un appalto per lavori sui beni confiscati di via Ferdinando IV di Borbone. Si provvedeva, pertanto, ad escludere dall’appalto la società cooperativa La Cattolica e si affidavano i lavori alla ditta seconda classificata nella gara d’appalto.
Tali notizie sono contenute nella determinazione del Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore numero 885 del registro generale del 7 dicembre 2007. Secondo fonti giornalistiche la società cooperativa La Cattolica farebbe riferimento, in un intreccio di parentele e di camorra imprenditrice al boss del clan dei casalesi Francesco Bidognetti.
Era logico attendersi, da quel momento in poi, una se possibile ancora più occhiuta vigilanza da parte del Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore e degli Amministratori comunali tutti, tanto più che il controllo democratico della stampa locale nella città tristemente nota come la Svizzera dei clan è stato quasi del tutto messo a tacere dalla cupola dei politici, degli editori e dei camorristi (una cupola sulla quale come pure su quella degli appalti si dovrebbe indagare a fondo). Esiste, peraltro, un preciso obbligo di vigilanza da parte del Comune di Pignataro Maggiore sulle ditte già colpite da interdittiva antimafia, come viene sottolineato nel Protocollo di legalità in materia di appalti, firmato in Prefettura dal sindaco Giorgio Magliocca il 20 febbraio 2008 e approvato con deliberazione di Giunta comunale numero 28 del 28 febbraio 2008.
Tale Protocollo, all’articolo 4, comma 3, recita tra l’altro: (…) la stazione appaltante non potrà ammettere alla partecipazione a gare di appalto l’impresa nei cui confronti siano stati emessi provvedimenti interdittivi, se conosciuti dall’amministrazione. In forza di quanto previsto dal citato Protocollo di legalità in materia di appalti, quindi, la società cooperativa La Cattolica non potrebbe essere ammessa a partecipare a gare d’appalto del Comune di Pignataro Maggiore. E invece come si legge nel verbale numero 1 del Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore del 29 gennaio 2009 la società cooperativa La Cattolica è stata ammessa a partecipare alla gara d’appalto per i lavori di recupero ex mercato coperto in centro polifunzionale, importo a base d’asta 451.219,58 euro.
Una partecipazione, con relativa offerta, che ha avuto l’effetto di contribuire alla determinazione della cosiddetta soglia di anomalia della gara d’appalto; un meccanismo sofisticato che potrebbe essere stato falsato, di conseguenza, nell’ambito di un’operazione di cartello imprenditoriale o di connivenza camorristica, o di tutte e due.
Chiediamo al Prefetto di Caserta conclude il comunicato del Comitato anticamorra – di valutare se esistano le condizioni per la nomina di una Commissione d’accesso a carico dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore, dove vi sono preoccupanti e concreti segnali della pressione di un cartello imprenditoriale del clan dei casalesi sulle gare d’appalto.
Chiediamo al Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli di procedere per i reati ravvisabili. Chiediamo, infine, ai consiglieri comunali di Pignataro Maggiore di prendere finalmente atto della situazione, assumendosi le proprie responsabilità e denunciando alla magistratura quanto è eventualmente a loro conoscenza.