Si dimettono nove consiglieri: a casa l’amministrazione Piccolo

di Redazione

Salvatore PiccoloSPARANISE. Con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, l’amministrazione comunale guidata da Salvatore Piccolo va a casa.

A determinarne la caduta le dimissioni di nove consiglieri comunali, tra maggioranza e opposizione, che hanno ufficializzato la propria decisione dinanzi a un notaio. Per la maggioranza si sono dimessi Antimo Vito, Salvatore Izzo e Giovanni De Felice, per la minoranza Mariano Sorvillo, Giancarlo L’Arco, Francesco Dell’Ovo, Rodolfo Donatiello del gruppo di “Sparanise Democratica”; Salvatore Piccolo (di Luigi) per il gruppo “Rinascita Sparanisana”, e Luigi Marchione, indipendente. Sembra che dietro la decisione dei consiglieri vi sia stato un accordo tra l’ex sindaco Antonio Merola e il leader dell’opposizione Mariano Sorvillo. Ora i cittadini saranno chiamati alle urne il prossimo giugno, per eleggere il nuovo Consiglio comunale.

Il capogruppo di “Rinascita Sparanisana”, avvocato Salvatore Piccolo (di Luigi), ha commentato l’operazione politica, affermando: “Ho adempiuto alla volontà dei miei elettori di mandare a casa questa maggioranza e la sua giunta. Nell’ultima campagna elettorale avevamo sottolineato la mancanza di carattere del sindaco e la scarsa attitudine ad essere leader in un paese come Sparanise. Avevamo detto allora che solo eventi fortunati e coincidenze fortuite potevano cambiare il naturale corso delle cose. Oggi possiamo affermare che è stato così.

Cade, con il nostro decisivo apporto, un’amministrazione che sarà ricordata come la peggiore degli ultimi decenni. Vanno a casa non per una manovra di palazzo, ma perché in questi quattro anni il paese è diventato molto più povero. Oberato da una carico fiscale locale arrivato a livelli record nonostante l’entrata in funzione della centrale termoelettrica che pure ha distribuito, come si legge nella convenzione firmata lo scorso anno, molti soldi a titolo di ristoro per il grave impatto ambientale. Tutti questi soldi i cittadini non li hanno visti, mentre hanno dovuto aprire sempre di più il portafoglio per le tasse.

Oggi il portafoglio della maggioranza dei cittadini, quelli non beneficati da assunzioni clientelari o da incarichi professionali, è vuoto anche in conseguenza di una crisi economica senza precedenti aggravata dalla mancata programmazione politica locale. Hanno puntato tutto sulla centrale ed hanno dimenticato le altre realtà industriali che in questi anni chiedevano attenzione politica per sopravvivere. Il commercio locale ha dovuto combattere l’emergenza economica senza aiuto dell’amministrazione locale e tanti soldi sono stati spesi per balletti, feste e festicciole che non hanno portato un solo cliente in più ai negozi di Sparanise.

In questi anni si è dovuto anche assistere a degli assurdi convegni, pagati dal Comune, che venivano denominati convegni di studi dove l’organizzatore principale spesso chiamato a fare prefazioni ed interventi, in tempi normali sarebbe stato invitato ad ascoltare ed a colmare qualche lacuna scolastica. Per questo il sindaco di Sparanise ed i suoi pochi accoliti oggi vengono rispediti a casa, sollevati dall’incarico di amministrare, così come accaduto nella vicina Calvi Risorta, che in questi anni per tante cose si è trovata gemellata con Sparanise. Due sindaci con tanti intrecci e con lo stesso destino: rispediti a casa prima del tempo. Questa vittoria, infine, ci sia consentito dedicarla ai tanti amici che in questi anni di opposizione ci sono stati vicini, a volte anche solo per ascoltare oltre che per incitare, senza chiedere nulla in cambio, ma solo per testimoniare che Sparanise è fatta anche da gente che lavora e che dalla politica non pretende favori personali, anzi domanda il bene del paese.

Per la prima volta da quando è in vigore questo sistema elettorale all’opposizione riesce di mandare a casa anzitempo un sindaco sarà anche per la scarsezza di quest’ultimo, ma come non sottolineare l’evidente forza di una opposizione sempre presente, con piglio ed autorevolezza eppure senza mai starnazzare o rovesciare sedie e tavoli. Abbiamo sempre creduto che in politica la serietà è elemento decisivo ed oggi raccogliamo i primi frutti di quanto abbiamo seminato.

Alle urne con la consapevolezza che questa volta non è consentito sprecare quatto anni di laborioso impegno coronati dalla vittoria di oggi e che solo una scelta politica ed elettorale condivisa su basi politiche forti può determinare un vero cambiamento per il nostro paese che ha alle spalle decenni di mediocri amministratori”.

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