Giornate Fai, la Protezione Civile nega l’accesso allo “scolatoio”

di Nicola Rosselli

Protezione Civile AVERSA. Caro direttore, per dovere di cronaca, vorrei segnalare un increscioso episodio verificatosi in occasione della splendida due giorni del Fai ad Aversa nell’ambito delle Giornate di Primavera.

Mi sono recato in visita guidata, alle 19, presso il complesso monumentale di San Francesco. Conclusasi la visita canonica alla chiesa, al piano superiore con le curiose “gelosine”, ossia le grate utilizzate dalle monache di clausura per assistere alle celebrazioni liturgiche, sotto la guida esperta di Milena Gordon, dovevamo visitare lo “scolatoio” sotterraneo delle monache, consistente in due file di sedili in pietra con un condotto al centro che portava a degli scoli, utilizzato per far colare i liquidi corporali dopo la morte. Insomma, la vera “chicca” della visita se si considera che le altre cose, bene o male, erano state già altre volte alla portata di noi aversani.

Ebbene, ci rechiamo verso la scala di accesso allo “scolatoio” e l’ingresso ci viene vietato, con cipiglio da condottiero, da due o tre volontari della Protezione Civile comunale che affermavano di non poter far scendere nessuno perché era pericoloso visto che non c’era l’illuminazione sufficiente (era un sotterraneo dove la luce non c’è né di giorno né di notte se non ce la porti). Alle rimostranze mie e di altri, il terzetto quasi si divertiva a vietarci l’ingresso. Ad una mia richiesta di spiegazioni sul diniego, considerato che eravamo partiti con la visita delle 19, prevista dal programma, mi veniva detto da quello che sembrava il capo, qualificatosi per Ciro Nugnes, che lui aveva la potestà di non farci scendere.

Alla fine, intervenivano alcuni responsabili delle associazioni culturali che avevano partecipato alla buona riuscita della manifestazione e noi ed anche altri numerosi gruppi successivamente scendevamo senza problema alcuno, anzi, più che agevolmente, con un’altra guida che ci forniva anche le spiegazioni del caso.

Con questo non voglio certamente sminuire l’operato, utile, anzi utilissimo del nucleo di Protezione Civile comunale, ma ritengo che certi atteggiamentivadano stigmatizzati. Probabilmente al capace ed intelligente Nugnes non sarà parso vero, forte della sua divisa, di vivere i suoi cinque minuti di celebrità. Atteggiamento che non ha vanificato il suo impegno nel volontariato, ma, almeno un po’ lo ha offuscato.

“Anche in quella occasione, assieme ai miei colleghi, ero lì per garantire la sicurezza non certo per cercare visibilità”. Con queste parole il capo dei volontari della Protezione civile comunale, Ciro Nugnes, chiarisce l’episodio accaduto. Lo stesso puntualizza: “Non c’è in me nessuna smania di protagonismo, ho solo cercato di svolgere nel miglior modo possibile il compito affidatomi, vale a dire garantire sicurezza e protezione a tutti i visitatori, facendolo, sottolineo, a titolo completamente gratuito. Nello specifico – aggiunge Nugnes – ho pensato soprattutto agli anziani che avrebbero potuto avere problemi in quella zona buia e dunque ho disposto che si illuminasse il percorso con delle torce. Infatti, è vero che la visita allo ‘scolatoio’ è poi avvenuta ma solo dopo che il sottoscritto e i colleghi hanno provveduto a dotarsi di torce per far luce ai visitatori e alla guida”.

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