AVERSA. Lunedì scorso, durante una rapina finita nel sangue a Succivo, era stato accidentalmente ferito in maniera grave da un complice, nel corso dell afuga, dopo aver razziato appena 130 euro.
Questa notte Giosuè Di Vincenzo, non ancora venticinquenne, di Arzano, ha cessato di vivere in un letto dellospedale San Giuseppe Moscati di Aversa. Una morte che non è stata vana. Infatti, i suoi organi sono stati prelevati per essere trapiantati in pazienti in attesa da tempo, in diverse città italiane.
Nella notte tra il 18 e il 19 marzo, infatti, è stato effettuato presso la Rianimazione dellOspedale San Giuseppe Moscati di Aversa, diretta dal dottor Francesco Diurno, un prelievo di organi a scopo di trapianto. Gli organi- si legge in una nota della struttura sanitaria normanna – in ottimo stato di conservazione, per lefficacia del trattamento effettuato in rianimazione, sono stati trapiantati con successo. Il cuore e i polmoni sono andati allIsmett di Palermo, il fegato al San Camillo di Roma, i reni a Modena. Tale intervento in linea con quanto già fatto dalléquipe del Centro di Rianimazione di Aversa, conferma lalto livello di prestazioni offerte dal gruppo di medici e infermieri che operano presso lunità operativa di Anestesia e Rianimazione del Moscati, tenendo soprattutto conto delle attuali difficoltà in cui versa tutta la sanità campana.
Laddetta alle pubbliche relazioni dellAsl Ce2 Lidia Tisei evidenzia come il prelievo multiorgano rappresenta un elevato indice di qualità dellattività per un centro di rianimazione ed in questo caso leccellenza è ancora più evidente in quanto il prelievo dei polmoni, che rappresentano organi facilmente deteriorabili in pazienti sottoposti a ventilazione meccanica, sono stati valutati idonei dal Centro Nazionale Trapianti per il buon mantenimento realizzato dalléquipe di medici e infermieri della rianimazione aversana. In passato in Campania, i polmoni sono stati prelevati una sola volta da quando questa attività è in essere a riprova della difficoltà per il mantenimento in buono stato dei suddetti organi.