AVERSA. Vanno in pensione, nessuno li sostituisce e il servizio chiude. In tempi di recessione, come quelli che stiamo vivendo, questa sequenza di eventi sembra essere una costante comune a tanti servizi.
Così, quando si verifica, bisogna armarsi di pazienza e aspettare che la bufera passi. Però se accade che a chiudere i battenti sia un servizio di vitale importanza come quello garantito dal drappello della Polizia di Stato nel pronto soccorso di un ospedale pubblico non si può restare ad aspettare che la bufera passi.
E se a questo si aggiunge che lospedale in cui il servizio viene meno è il San Giuseppe Moscati dove, purtroppo, episodi di intolleranza dellutenza sono degenerati, tante volte, troppe volte in vere e proprie aggressioni a danno degli operatori non si può davvero aspettare che la bufera passi. La pensano così gli operatori dellospedale aversano che hanno segnalato la sospensione – speriamo temporanea – del servizio assicurato del drappello della polizia di stato posto allinterno al pronto soccorso conseguente al pensionamento, per raggiunti limiti di età, dei due agenti che coprivano i turni.
Per gli operatori del San Giuseppe Moscati è inaccettabile lidea che per carenza di organico si possa tralasciare di sostituirli dal momento che la sicurezza nel pronto soccorso è garantita dai vigilantes dellazienda.
Certo i vigilantes fanno la loro parte, ma – dice un medico – la presenza del drappello di polizia in un presidio di frontiera qual è il Moscati rappresenta la presenza stessa dello Stato che deve essere sempre vicino ai cittadini e in modo particolare in un territorio come, purtroppo, è il nostro. Un concetto – ricorda – ben chiaro al Governo centrale che ormai da tempo ha affiancato centinaia di militari alle forze di polizia presenti nellagro aversano e nel casertano proprio per fare sentire la presenza dello Stato. E allora – conclude – perché non sostituire i poliziotti del drappello riattivando il servizio?.