Piana di Monte Verna. Ex Cirio, protestano gli allevatori

di Redazione

 PIANA DI MONTE VERNA. Oltre duecento macchine agricole confluite nella mattinata di lunedì 30 marzo presso lo stabilimento ex Cirio di Piana di Monte Verna in rappresentanza delle migliaia di allevatori di Terra di Lavoro …

… fermamente decisi a dire un no secco e inequivocabile alle pretese degli industriali del latte sempre più penalizzanti nei confronti dei fornitori, che si sentono talmente vessati scendere in piazza per manifestare tutta la rabbia dei produttori di latte nei confronti dei vertici Parmalat.

Una protesta civile ma ferma, che ha indotto il prefetto ad attivare immediatamente un tavolo di trattative presso la sede territoriale del governo, dove nella stessa mattinata è stata ricevuta una qualificata delegazione dei produttori.

In prima fila alcuni sindaci del comprensorio, con in testa il senatore del PdL Carlo Sarro affiancato dai sindaci di: Caiazzo, Stefano Giaquinto; Alvignano, Angelo di Costanzo; Alife, Roberto Vitelli, dal pro sindaco Dragoni, Bruno Pagliaro; nonché dai rappresentanti di alucne organizzazioni sindacali di categoria, con in testa il caiaino Antonio Della Rocca e Rosetta De Rosa, soprannominata “la terribile” da quando, anni addietro capeggiò un’analoga protesta, ottenendo, allora come ora, considerazioni e rassicurazioni dal rappresentante territoriale di Governo. Anche stavolta, infatti, il vice prefetto si è dimostrato molto disponibile a sostenere le legittime aspettative della categoria nei confronti dei referenti aziendali che nei prossimi giorni dovrebbero essere convocati in prefettura con l’auspicio di definire bonariamente una trattativa che altrimenti non lascerebbe presagire nulla di buono.

Come nulla di positivo è possibile sostenere per i vari amministratori e politicanti del comprensorio rimasti insensibili agli appelli della categoria. Già pronta a ridiscendere in piazza per fare un inaspettato pesce d’aprile agli industriali del latte ove mai dovessero insistere con le loro pretese sempre più penalizzanti per i produttori locali e vantaggiose per gli importatori di latte che ovviamente non potrebbe mai assicurare la stessa freschezza di quello locale.

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