CASERTA. Non è frutto di nessuna disattenzione o inspiegabile dimenticanza il nostro silenzio che come Comitato pro Università di Caserta, abbiamo tenuto in occasione dellapertura dellanno accademico 2008/2009 della Sun, svoltosi questanno a Capua.
La nostra è stata una scelta di forte sensibilità nel voler lasciare per questanno tutta lattenzione alle sole questioni organizzative, didattiche e finanziarie interne dellAteneo, in una situazione che anche noi riteniamo difficile per alcune scelte governative scellerate e fatte solo di tagli indiscriminati. Certo, auspicavamo che per quelloccasione ci potesse essere, almeno, un passaggio, anche se solo di circostanza, su quello che rimane ancora il nostro obiettivo primario e che interessa una comunità intera, vale a dire lirrimandabile nuova denominazione dellAteneo. Purtroppo cosi non è stato. Per esso nessuno accenno è venuto dalle alte cariche accademiche. Dalle cronache giornalistiche della manifestazione, si è riscontrato che per esse il problema ancora non esiste, dopo quasi ventanni. Le ragioni di sempre, quali maldedotte questioni di prestigio, criticabili scelte di potere, ingiustificate difese napolicentriche continuano, così, a penalizzare e con pervicacia, un diritto inalienabile del nostro territorio, costretto solo ad ospitare unUniversità senza poterne portare il nome.
In merito a questa vicenda va sottolineato che è stato chiarito in modo esplicito dagli organi parlamentari che liter del cambio di nome non potrà mai essere legislativo, in quanto esso inciderebbe a livello legislativo su una materia delegificata, e su quello procedurale, stante la congestione dei lavori parlamentar.
La sollecitazione della Provincia rivolta ai parlamentari affinchè presentino una proposta di legge in tal senso, rimane così solo espressione di mera volontà politicama inefficace, perché si chiarisce che lavvio del procedimento va proposto dallunico soggetto abilitato e legittimato a farlo: il Senato Accademico. E da questo punto, allora, che vogliamo ed esortiamo a ripartire senza ritenerci sconfitti in partenza. Con coraggio, chiarezza e lungimiranza dobbiamo incominciare a costruire iniziative, momenti di pressione, alleanze per realizzare un coinvolgimento totale su questo obiettivo comune; costruire un cartello che veda insieme parte del corpo accademico, quello studentesco, quello istituzionale, sindacale, industriale, e professionale, fino alla società civile, sociale e culturale tutta, associazionistica e di volontariato.
Per questo, come Comitato pro Università di Caserta, diamo appuntamento per dopo la metà di aprile (data e luogo da definire) a quanti vorranno costruire questo momento di larghe unioni, di confronto e di pressione innanzi auspicato, iniziativa, questa nostra, che da un anno abbiamo sollecitato i Consigli Provinciale e Comunale del capoluogo a far propria ma che a tuttoggi resta inevasa e mortificata seppur supportata da una petizione di 5000 firme, primo firmatario il nostro pastore Nogaro, ieri anima della nascita di questa Università, oggi del trasferimento del Rettorato e del cambio del nome.
Comitato pro Università di Caserta