Fini: “Mussolini grande statista? Ho cambiato parere”

di Redazione

Gianfranco FiniROMA. A pochi giorni dallo scioglimento di An, confluito nel Pdl, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dice di aver cambiato idea su Benito Mussolini che 15 anni fa definì “il più grande statista del secolo”.

Nel corso di un incontro con la stampa estera, a un giornalista che gli ricordava quelle parole, Fini ha replicato: “Sono affascinato dalla sua domanda… è evidente che la risposta sia in quello che ho fatto in questi anni e di cui mi ha dato atto anche lei”. Oggi, ha aggiunto, Fini, “la mia risposta è no, non sono dello stesso parere, altrimenti sarei schizofrenico. Un minimo di coerenza, altrimenti avremmo fatto bingo…”.

Ma nel corso dell’incontro Fini ha toccato molti temi. Come il caso Battisti: “Non si può sostenere che sia un perseguitato politico, attendiamo fiduciosi la decisione della Suprema Corte”.

Sugli immigrati e la difficile situazione economica attuale: “La crisi pone rischi molto seri anche ai cittadini che si sono integrati qui nel nostro Paese. E credo che se qualcuno perdesse il lavoro non si potrà rispondere solo con ‘hai perso lavoro e ora vai via’. Però io sono ottimista perché dobbiamo tenere conto che in Italia c’è un sistema di welfare maggiore rispetto ad altri paesi”.

Sul biotestamento: “Su questioni eticamente sensibili nessun partito oggi può dire ‘si fa così’. Sono questioni che vanno demandate alla coscienza dei singoli”.

Ha parlato a lungo anche del Pdl: “In una fase post-ideologica, deve essere uno strumento democratico per intercettare il consenso e per governare o fare l’opposizione. E il grande compito del Pdl, anche in ragione del grande consenso popolare di cui dispone, è costruire l’Italia del futuro. Uscendo dalla logica del quotidiano, del giorno per giorno, e andando verso una fase più strategica. Anche perché in Europa e in Italia, vista la crisi e visti i problemi legati all’immigrazione, sta cambiando quasi tutto. E un grande partito deve saper rispondere ai tempi”.

Sul suo futuro ruolo politico non si sbilancia ma a chi gli domanda se è “il delfino di Berlusconi” lui risponde: “Non siamo in una monarchia ma in una repubblica. In monarchia si sceglie l’erede, in democrazia c’è il dibattito… Quando sarà il momento si dibatterà e il partito sceglierà. Ora il leader è Berlusconi”.

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