Franceschini: “Berlusconi alle Europee per imbrogliare gli elettori”

di Redazione

Dario FranceschiniROMA. Dal teatro 5 di Cinecittà, dove si tiene l’assemblea dei circoli del Pd, il segretario nazionale Dario Franceschini ha esordito: “Siamo un partito vero, di popolo”.

“Abbiamo un compito straordinario – ha aggiunto – fare un partito dentro una crisi enorme, inaspettata, all’inizio di un secolo nuovo in cui sta cambiando tutto”.

Poi un duro attacco a Silvio Berlusconi, “reo” di candidarsi alle Europee. “Io non mi candiderò alle Europee come invece farà Berlusconi in tutte e cinque le circoscrizioni, da capolista. Lo sfiderò sulla serietà perchè il primo atto serio di un uomo politico è non imbrogliare gli elettori”, ha detto il successore di Veltroni.

Non sono mancate critiche al governo che, secondo Franceschini, in questi mesi ha tentato di nascondere la crisi usando “armi di distrazione di massa” e arrivando a “strumentalizzare addirittura il caso-Englaro”. “Solo ora, in queste settimane, finalmente siamo riusciti a parlare della crisi”.

E parla delle strategie per battere il centrodestra al governo, escludendo qualsiasi ritorno alla formula “prodiana” dell’Unione: “Delle alleanze per le prossime Politiche se ne parlerà fra molto tempo, nel 2012, ma fin da ora voglio dire che provo un brivido quando sento che bisogna tornare all’Unione. A quella stagione di frammentazione e litigiosità non torneremo mai più e voglio ringraziare Walter Veltroni perchè ci ha portato fuori da quella situazione e dichiarato chiusa quella storia. Ciò non toglie – ha sottolineato Franceschini – che sappiamo che da soli difficilmente vinceremo: quello che faremo sarà un’alleanza con poche forze e con un programma chiaro”.

Quello che occorre da subito, ha aggiunto il segretario, è “porre fine all’antiberlusconismo” ed essere moderati, anche se ciò “non significa non alzare la voce, non gridare quando un presidente del Consiglio offende la Costituzione e il Parlamento e dimostra di non riconoscere il ruolo di garanzia del capo dello Stato. In questi momenti i riformisti alzano la voce”.

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