AREZZO. Al via, questa mattina, il processo per lomicidio di Gabriele Sandri, il 27enne tifoso laziale ucciso da un proiettile l11 settembre 2007 nellarea di servizio dellA1 di Badia al Pino.
Nellaula della Corte dAssise di Arezzo oltre ai genitori ed al fratello di Gabbo, anche lagente della Polstrada Luigi Spaccarotella, imputato per omicidio. Luomo, entrato in aula scortato da due carabinieri, con berretto in testa e sguardo basso si è seduto accanto ai suoi legali e non ha rivolto mai il suo sguardo verso la famiglia Sandri. Gli occhi di tutti presenti in aula erano, invece, per lui soprattutto Daniela, la mamma di Gabriele, non ha smesso mai di guardarlo mente stringeva al cuore la felpa che il figlio indossava il giorno della sua morte.
Se voleva chiedere perdono, poteva mettersi in ginocchio perché ha ammazzato un ragazzo. ha detto la mamma di Gabbo – Si doveva mettere in ginocchio e chiedere perdono lì. Invece non ci ha nemmeno guardato. Anche Giorgio Sandri, padre della vittima, ha avuto parole dure contro lagente Spaccarotella: Avrei voluto urlare, ma aspettiamo la giustizia. Non ha mai alzato gli occhi, sa quello che ha fatto e non ha il coraggio di guardarci in faccia. Siamo in un’aula di tribunale – ha aggiunto Giorgio – altrimenti avrei reagito in maniera diversa. Ho aspettato un anno e mezzo per vedere chi ha ucciso mio figlio e poi lui non si è mai voltato: mi è passato accanto ed ha abbassato gli occhi. Doveva pentirsi e fare l’uomo. Io sarò presente a tutte le udienze fino alla Cassazione. L’agente si vuole salvare – ha concluso Giorgio – ma è indifendibile. È un uomo senza anima.
Il presidente della Corte dAssise Mauro Bilancetti ha ammesso tutti i testimoni presentanti dalle parti, fra cui, per la difesa il capo della polizia Luigi Manganelli e la turista giapponese che disse di aver visto l’agente sparare contro l’auto di Sandri ad altezza uomo. Respinta, invece, la richiesta presentata dai legali dellagente Spaccarotella di procedere con il rito abbreviato.