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MARCIANISE. E’ stata una festa nella festa, la celebrazione della santa messa, officiata da padre Antonio Rungi, religioso passionista, teologo morale campano, questa mattina, alle ore 11,30nella Chiesa dell’Assunta di Marcianise.
Una chiesa gremita in ogni parte sia dai Carabineri in servizio, sia dagli ex-Carabinieri uniti nell’Associazione nazionale, con la Sezione di Marcianise, guida dal maresciallo Davide Morrone e sia dai tanti fedeli, moltissimi giovani, convenuti per la celebrazione eucaristica domenicale. Intensa, sentita e raccolta l’intera cerimonia religiosa, che ha visto protagonisti della liturgia gli ex-carabinieri e i propri familiari. Lettura della Parola di Dio, preghiera dei fedeli ed offertorio tutto assicurato dalla efficiente associazione nazionale dei Carabieri.
La presenza, poi, in Chiesa delle massime autorità di Carabinieri in servizio a Marcianise e dintorni ha dato il sapore di una continuità spirituale, umana, organizzativa e operativa tra coloro che sono ancra operativi nell’Arma e quanti l’hanno lasciato da poco o da molto, ma sempre con il cuore legato ad essa. L’omelia di padre Rungi, noto missionario, predicatore e teologo è stata incentrata sulla parola di Dio della quinta domenica di Quaresima e tutto il discorso è stato concentrao sul mistero del Crocifisso, del dolore, che è mistero d’amore, è oblazione. La messa è stata animata da canti della Polifinica Parrocchia di Maria Assunta dei Pagani ch come semopre dà il meglio in queste circostanze. Polifonica composta da ragazzi, giovani e adulti che ha eseguito brani carichi di significati e spiritualità.
A conclusione della messa, la recita della Preghiera del Carabiniere, effettuata a nome di tutti i presenti dal maresciallo Morrone. E poi a seguire il canto della Virgo Fidelis, magistramente eseguito dalla Corala parrocchiale tra l’emozione evidene di tutti i presenti. Infine i saluti e gli auguri espressi prima dal Maresciallo Morrone e poi da padre Rungi che ha colto l’occasione di ringraziare tutti e in particolare il parroco, don Alfonso Marotta, e parimenti fare gli auguri di Pasqua.
“La nostra vera Pasqua sia una riconquistata pace interiore, una pace con tutti una carità che si esprime fino al martirio, come Cristo Crocfisso ci insegna a fare, accettando volentieri le nostre croci quotidiane e mettendoci alla seguela del Crocifisso e del Risorto”. Una festa dello spirito che come sempre lascia nei partecipanti un senso di intima gioia di aver condiviso con i presenti la mensa della parola e dell’eucaristia.
D’altra parte “il Precetto Pasquale – ha detto padre Rungi – non è altro che la necessità di recuperare nel tempo precedente o susseguente alla Pasqua un rapporto spirituale più forte con il Cristo e un amore più sincero e sentito tra i fratelli nella fede. Un recupero che passa attraverso la conversione del cuore che deve diventare di carne e non essere duro e di pietra. Cosa che avviene se ci accostiamo con umiltà al sacramento della confessione e della misericordia di Dio”.