Confartigianato su rapporto “Generare classe dirigente”

di Redazione

Confartigianato AVELLINO. Artigianato regno della meritocrazia. Anche in Irpinia il settore sa essere virtuoso nella scelta e nella valorizzazione del proprio personale. E’ il commento di Ettore Mocella, Presidente Confartigianato Avellino, sui dati del terzo Rapporto “Generare classe dirigente”.

L’indagine statistica realizzata dall’Università Luiss Guido Carli e da Fondirigenti parla chiaro. L’artigianato è percepito su scala nazionale come il comparto dove il criterio del merito è maggiormente applicato nell’esperienza e nella carriera professionale. Tendenza captata anche in ambito locale. “Il dato – sostiene Mocella – comprova che il settore artigiano è un contesto ad alta competitività ed è senza dubbio una tendenza che a mio giudizio rispecchia anche la situazione provinciale. Il criterio del merito applicato all’assunzione e alla carriera del personale è una leva imprescindibile ed emblematica del nostro comparto produttivo, dove è indispensabile il ‘saper fare’ impresa. Per la finsionomia che denota il nostro settore bisogna sempre puntare su competenze e capacità, su manodopera altamente qualificata e specializzata. Le nostre imprese artigiane, per il processo manufatturiero che le caratterizza, investono principalmente in capitale umano che rappresenta un valore aggiunto funzionale a creare quelle condizioni per affrontare il mercato sempre in maniera vincente”.
Il Presidente Mocella interviene anche sui dati dell’ultima analisi Movimprese relativa al primo trimestre 2009 che vede il comparto artigiano irpino in terzultima posizione, nello score delle province italiane, relativamente al saldo nati-mortalità aziendale. “Il dato che restituisce l’analisi camerale ritengo che sia il frutto di un mix di fattori. Senza dubbio la perfomance negativa risente dell’attuale crisi congiunturale, ma accanto a ciò vanno considerate anche motivazioni di carattere burocratico – amministrative che accadono, in maniera normale, tra la fine e l’inizio di un nuovo anno. Mi riferisco, in particolar modo, a molti imprenditori artigiani che chiudono la propria attività perché vanno in pensione oppure capita spesso che, in quest’arco temporale, diverse aziende vivano un periodo di trasformazione ed evoluzione. Ed allora succede che molte imprese si cancellano per poi riaprire l’attività con una nuova, più matura e consolidata forma giuridica. Con questo, dunque, voglio dire che non vi deve essere allarmismo. Certamente è necessaria una lettura dei dati più approfondita che va fatta, ritengo, su un margine di tempo di più ampio respiro in modo tale da analizzare con dovizia di dettaglio il trend settoriale”. “Tra le altre cose – conclude – la seduta della Commissione provinciale per l’Artigianato, avvenuta nei giorni scorsi, ha rilevato che l’ultimo saldo risulta di segno positivo, con le iscrizioni che superano numericamente le cancellazioni”.

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