Intimidazioni a club notturni “rivali”: arresti tra Frosinone e Caserta

di Redazione

 CASERTA. Sgominata tra Frosinone e Caserta una banda ritenuta affiliata al clan camorristico dei Casalesi.

Tre gli arresti eseguiti stamani all’alba dai carabinieri di Frosinone, quattro i denunciati su ordine del Gip, Sandro Di Lorenzo, della direzione distrettuale antimafia di Roma. A Cassino, Pontecorvo e Sant’Andrea del Pizzone (frazione del comune di Francolise, nel casertano), sono stati arrestati Giovanni Diana, 48enne di Casal di Principe, Giancarlo Fusciello, 49enne di San Vittore del Lazio, e Maurizio Palazzi, 45enne di Aquino; denunciati, invece, M.S., 34enne di Alatri, S.R.R., 37enne di Francolise, S.L., 24enne anch’egli di Francolise, e D.A., 74enne di Cassino.

L’operazione “Terra di Lavoro”, coordinata dal pm Rodolfo Maria Sabelli, sostituto procuratore presso la direzione distrettuale antimafia di Roma, è partita nel febbraio 2007 dopo la segnalazione da parte dei carabinieri di Frosinone in merito a presunte estorsioni ai danni di locali e attività imprenditoriali.

Dopo un anno di indagine, è emerso un sodalizio criminale, capeggiato secondo gli inquirenti da Giovanni Diana, così come sono risultati inequivocabili i collegamenti e le alleanze con il clan dei Casalesi. Il gruppo è responsabile di intimidazioni, incendi di locali pubblici, furti, ricettazione, reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

In particolare, stando ai risultati delle indagini, Giancarlo Fusciello, titolare del club notturno “Big Paradise” di San Vittore del Lazio, per contrastare la concorrenza di mercato, e quindi per avere maggiori introiti, si sarebbe rivolto a Diana che, con la complicità degli altri membri dell’organizzazione, avrebbe minacciato di morte i titolari dei club concorrenti chiedendo loro di chiudere l’attività. Secondo le indagini, il gruppo avrebbe incendiato due locali e alcune auto parcheggiate di proprietà dei clienti.

Fusciello, inoltre, gestiva all’interno del “Big Paradise” una casa di prostituzione, reclutava più donne, esercitando in maniera evidente la propria forza intimidatrice propria delle organizzazioni mafiose.

L’organizzazione è ritenuta responsabile anche di una serie di furti di macchinari agricoli, che sono stati poi immessi sul mercato. Gli arrestati sono in carcere a Frosinone. (Apcom)

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