Milano, cinese ucciso in discoteca: nove arresti

di Redazione

poliziaMILANO. Svolta nelle indagini sull’omicidio del giovane cinese Libin Hu, 22 anni, ucciso a colpi di machete, durante una spedizione punitiva,il 24 febbraio scorsonella discotecaParenthesis.

La polizia ha arrestato nove connazionali della vittima, tra i 19 e 26 anni,tutti con precedenti per partecipazione a gang giovanili tipiche della criminalità cinese. Sei sono stati catturati a Milano, uno ad Albenga (Savona) e due ad Alba Adriatica (Teramo). Le accuse ipotizzate, a vario titolo, sono di omicidio volontario, possesso illegale di armi e lesioni. Degli arrestati, sei sono stati bloccati con un ordine di fermo, altri due si trovavano già in carcere con l’accusa di estorsione a seguito di una indagine della Polizia di Bologna,un altro, quellopreso adAlbenga, ha invece ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare.

All’appellomancano ancoraaltri seiaggressori, tra cui uno degli esecutori materiali dell’omicidio, e secondo gli inquirenti si troverebbero già all’estero.

Sono stati identificati grazie alla collaborazione di un cinese fermato nelle scorse settimane, che ha aiutato gli inquirenti a rintracciare gli indagati che comunicavano tra loro solo per mezzo di una chat non intercettabile, utilizzando soprannomi.

Quella sera, la discoteca era stata fittata per un compleanno, a cui partecipavano una cinquantina di cinesi, quando all’improvviso i componenti del commando facevano irruzione, incappucciati, e aggredivano il giovane cinese, uccidendolo a colpi di machete. Altri cinque ragazzi restavano feriti. Secondo gli investigatori si trattò di una spedizione punitiva decisa da una gang cinese rivale. La banda a cui apparteneva il cinese ucciso sembra non avesse rispettato un patto di non belligeranza. La mala cinese opera a Milano nell’ambito dello spaccio di stupefacenti in discoteche e locali e spesso si verificano contrasti tra vari gruppi per il predominio del lucroso businness.

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