ROMA. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato che voterà sì al prossimo referendum sulla legge elettorale del 21 giugno.
Il referendum – spiega il premier – dà il premio di maggioranza al partito più forte. V vi sembra che io possa votare no? La risposta è ovvia. Le affermazioni di Berlusconi hanno scosso non poco la maggioranza e, in particolar modo,
E’ una presa di posizione che noi non condividiamo e che cercheremo di fargli correggere. ammette il Ministro leghista Roberto Maroni In caso di vittoria del sì sarebbe inevitabile trarre le conseguenze di una così forte spinta popolare. E’ difficile che il parlamento possa fare una nuova legge elettorale dopo un referendum così carico di significato politico. Perciò bisogna evitare che avvenga il danno, – conclude – perchè se avviene, poi, tanti saluti.
Anche il Pd va allattacco con il segretario Dario Franceschini che sottolinea il dissidio nella maggioranza: Berlusconi più che masochista è surrealista perché vuole abrogare una legge che hanno fatto lui e la sua maggioranza. Nessun problema per noi, visto che Berlusconi tutti i giorni si sta impegnando ad umiliare
Il partito del premier, però, lo appoggia come afferma il portavoce del Pdl Daniele Capezzone: Berlusconi interpreta il desiderio di semplificazione e di chiarezza degli elettori italiani. La politica ha già fatto molto, alle elezioni del 2008, per accelerare il consolidamento di un quadro politico più simile a quello dei Paesi dell’Occidente avanzato; oggi, con il referendum, gli italiani potranno fare, se lo vorranno, un ulteriore passo in quella positiva.
Ad esultare in questa situazione è Mario Segni, coordinatore del Comitato referendario, che ha affermato: In una politica caratterizzata dalle ambiguità il sì di Berlusconi è un atto di chiarezza che gli fa onore. Il sì ha un grande valore: è un passo decisivo verso lo smantellamento di una legge infausta che ha ridotto il parlamento a una assemblea di nominati.