Elezioni, Aversa dice ‘No’ ai manifesti abusivi

di Antonio Arduino

Un manifesto abusivoAVERSA. Tolleranza zero per i manifesti elettorali abusivi comparsi in città fin dai primissimi giorni della campagna elettorale europea.

Questo l’impegno assunto da Stefano Guarino, comandante dei vigili urbani, al quale abbiamo chiesto quali manifesti siano da considerare abusivi, chi deve segnalare l’abuso e come questo poi venga punito. “In tema di propaganda elettorale – spiega Guarino – le norme parlano chiaro. Nei trenta giorni precedenti il voto i manifesti vanno affissi negli spazi predisposti appositamente dal comune. Ne segue che quelli presenti in ogni altra parte sono abusivi. Ne segue che vanno rimossi e sanzionati. Ed è esattamente ciò che faremo”.

“La segnalazione dell’abuso – continua il comandante – è compito di tutte le forze di polizia presenti sul territorio e va fatta al Prefetto che eroga una sanzione variabile tra 103 e 1.032 euro”. Chi paga la multa? Ovviamente il responsabile dell’abuso. Ma qui casca l’asino perché la legge che regola la materia, la numero 507 del 1993 modificata il 28 dicembre 2001, considera responsabile “esclusivamente colui che materialmente è colto in flagranza nell’atto dell’affissione. Non sussiste responsabilità solidale”.

In parole non tecniche, né il committente l’affissione né il candidato avrebbero responsabilità dell’abuso perché a pagare dovrebbe essere solo l’attacchino se colto nell’atto di affiggere il manifesto. Di conseguenza, se lo fa, come normalmente succede, durante la notte, quando in giro non c’è alcun controllo di polizia, la città può riempirsi impunemente di manifesti abusivi che verranno successivamente rimossi sotto il controllo della polizia municipale che più di tanto non potrà fare.

“Ed è quanto abbiamo fatto nella scorsa tornata elettorale, risultando – riprende il comandante Guarino – secondo le stime fatte dalla prefettura, il comune della provincia in cui sono stato rimossi più manifesti abusivi”. Quanto alle sanzioni, nemmeno a parlarne, non essendo stati presi attacchini sul fatto, non esiste alcuna persona da sanzionare, però circa la responsabilità solidale del committente, del candidato o del partito rappresentato qualcosa si potrebbe fare. Perché l’interpretazione della legge non sembra uniforme.

“In proposito – conclude Guarino – c’è una sentenza della Corte di Cassazione che da al committente (il cui nome per legge deve essere indicato sul manifesto, ndr.) la responsabilità del contenuto dei manifesti, gli fa obbligo di rimborsare il comune della spesa sostenuta per la rimozione della propaganda abusiva e lascia spazio alla possibilità di erogare una sanzione economica finanche al partito pubblicizzato, quando se ne riesca a provare il collegamento con l’operato dell’attacchino”.

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