Oliva: “Dopo le Europee discuteremo dei problemi in giunta”

di Nicola Rosselli

Alfonso OlivaAVERSA. “Aspettiamo le elezioni europee, subito dopo si discuterà non solo delle cariche di capogruppo e coordinatore cittadino, ma anche dei palesi problemi presenti in giunta”.

In seno alla maggioranza di centrodestra si stenta a ritrovare un’unità d’intenti dopo l’ufficialità del partito unico tra Forza Italia e Alleanza Nazionale ed anche le voci che si rincorrono sulle future occupazioni di poltrone sono lì a testimoniare che l’unità di fatto tra ex berlusconiani ed ex finianiè al di là da venire.

Prova di questo scontro in atto è la dura polemica di questi giorni tra i tre componenti di maggioranza della commissione commercio (Carlo Amoroso, Rosario Capasso e Alfonso Oliva) e l’assessore al ramo Alfio Verde sulla verifica del Siad (Piano Commercio) da portare in consiglio per il varo dopo il rinvio della Regione Campania.

“Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) ci sarà l’ennesima riunione della commissione ma – ha dichiarato Oliva – alle 12 del giorno prima non c’è ancora la documentazione depositata, nonostante l’assessore abbia dichiarato il contrario. Io, Amoroso e Capasso (unici componenti della commissione, considerato che Fiore Palmieri non viene mai e Raffaele Pellegrino è esponente della minoranza) non possiamo dare per fatto cose che non abbiamo mai visto”. E’, poi, lo stesso Oliva ad evidenziare come “sia assurda una querelle fra tre esponenti della maggioranza e l’assessore di riferimento proprio di uno dei tre consiglieri, ossia Verde che dovrebbe rappresentare in giunta lo stesso Capasso e Mario Abate”.

E a chi vorrebbe le proteste di Amoroso, Capasso e Oliva legate ad un loro passaggio nelle milizie del consigliere regionale Peppe Sagliocco nello scontro in atto con il sindaco Mimmo Ciaramella, è ancora Oliva a rispondere: “Io e Amoroso, come è noto, siamo fedeli e vicini al coordinatore provinciale, il senatore Pasquale Giuliano. Capasso, invece, sembra essere vicino al consigliere regionale, ma proprio questa nostra diversità di schieramento dimostra che la nostra presa di posizione non è di appartenenza ad una falange, ma ad una seria deficienza dell’esecutivo che non riesce a mettere a disposizione gli atti necessari per farci decidere”.

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