AVERSA. Le dichiarazioni di Oreste Perrella, commissario straordinario dellAsl Caserta con compiti di coordinamento sanitario delle due ex aziende casertane Ce1 e Ce2, lasciano perplessi gli specialisti della chirurgia generale del San Giuseppe Moscati.
Sentire che tra le criticità elencate dal direttore sanitario del presidio non siano state inserite o almeno non siano state considerate gravi, ovvero da risolvere subito, quelle create dalla carenza di personale medico, legate al pensionamento – con mancata sostituzione – di specialisti, e alla frammentazione dellorganico restante suddiviso in ben due servizi, quello di chirurgia generale e quello di alta chirurgia, da il via alla protesta.
E inaccettabile – afferma uno dei sanitari – che per coprire i turni di servizio ordinario lasciati vuoti per mancanza di personale si debba ricorrere allo strumento dello straordinario programmato. Proprio così, programmato ribadisce lo specialista, sottolineando l’assurdo giuridico di voler istituzionalizzare come attività normale una modalità di lavoro da utilizzare solo in casi particolari, in via eccezionale e, tra laltro, non obbligatoria per l’operatore che può rifiutarsi di fare dello straordinario che, se effettuato, è noto viene pagato al di la dello stipendio.
Lo straordinario – incalza lo specialista – non si può programmare, né si può imporre per supplire le carenze organizzative di un reparto mancante di personale e non si può imporre regolarmente, usandolo come strumento per coprire i turni ordinari rimasti scoperti per carenze di organico. Per legge nessuno può essere obbligato a effettuare lavoro straordinario, proprio perché si tratta di straordinario che per essere effettuato deve essere sottoposto all’accettazione delloperatore.
Purtroppo per la chirurgia del Moscati questo – riprende il medico – sembra non essere vero. Perché, come potrebbe facilmente verificare il commissario Perrella, non solo non sono stati sostituiti i colleghi andati in pensione ma sono servizio specialisti che non posso fare notti, reperibilità, sala operatoria, né attività di pronto soccorso. Altri che possono lavorare solo di mattina. Altri, infine, che non possono fare turni lunghi, si deve coprire. Ne segue che i cinque specialisti restanti, anzi quattro e mezzo, perché uno fa metà dell’orario anche nel policlinico universitario, devono garantire tutte le attività della chirurgia generale. Vale a dire i turni di reparto, suddivisi in mattina, pomeriggio e notte, le reperibilità, i ricoveri ordinari, lassistenza ai ricoverati, il pronto soccorso, le urgenze differibili, il day hospital.
Sia chiaro – conclude lo specialista – tutti questi fatti sono noti alla dirigenza dellex AslCe2, perché segnalati più volte al manager di turno, ma le segnalazioni non hanno avuto risposta e, date le premesse, non sembra possa andare meglio adesso che l’azienda è commissariata. Però tutto è possibile.