AVERSA. Rifiuti, rifiuti, rifiuti. Ancora tanti, troppi in una città che aspetta si risolva il problema dellaffidamento del servizio di prelievo e ramazza dopo la chiusura del consorzio Geo Eco.
Nellattesa, per portare a dimensioni accettabili (si fa per dire) i tanti cumuli presenti in città, la sezione locale del Wwf suggerisce di diminuire gli sprechi dichiarando guerra al consumismo applicando il concetto dellusa e riusa. Basta consumismo ad ogni costo, imposto dai mercati come il miglior modo di acquisire il benessere e dinnalzare la qualità della vita. Meglio lusa e riusa.
In un mondo dove si impone il modello consumistico dellusa e getta – scrive Alessandro Gatto, responsabile regionale dellassociazione ambientalista, in una nota diffusa alla stampa – si deve rispondere con la scelta di oggetti usa e riusa, scegliendo sempre il prodotto di migliore qualità che, a fronte di una spesa apparentemente maggiore rispetto ad un oggetto di scarsa qualità o peggio ancora pensato per durare giusto il tempo delluso, tende a far risparmiare allacquirente risorse naturali, tempo e denaro in quanto non deve riacquistare più e più volte lo stesso oggetto.
Come esempio – continua Gatto – si può prendere il classico ombrellino di scarsa qualità, venduto in strada ogni volta che il tempo volge al nuvoloso. Il prezzo è davvero irrisorio ma puntualmente questi ombrelli hanno vita corta e quindi se ne buttano decine e decine tanto costano così poco. Ne segue – osserva lesponente del Wwf – che lo spreco di risorse naturali e di energia, per realizzarli e distribuirli, è davvero alto ma lo è anche lo spreco di soldi, se il costo dellombrellino usa e getta si paragona alla spesa di un solo buon ombrellino pensato e commercializzato per durare ben più di una semplice stagione invernale o, peggio ancora, di una sola scaricata di pioggia.
Questo esempio vale per tantissimi altri beni di consumo che ognuno può scegliere andando a modificare non solo il destino della città ma anche delle proprie tasche. Per fare la propria parte al fine di riqualificare lambiente in cui viviamo il primo dovere di ciascun cittadino – conclude Gatto – è quello del preferire gli oggetti e i beni che hanno una migliore qualità al fine di allungarne la vita. Oggetti che siano riparabili con facilità e in maniera economicamente conveniente. Invertendo il modo di vivere che ci propone lindustria.
Per lesponente del Wwf rifiutando lacquisto di prodotti di costo così basso che non cè convenienza nel ripararli non solo si aiuta lambiente, riducendo i rifiuti, ma si recuperano anche quei lavori artigianali finalizzati alla riparazione degli oggetti stessi come larrotino, il radiotecnico, il calzolaio, il sarto, diventati oggi soltanto un ricordo.