AVELLINO. I carabinieri del comando provinciale di Avellino hanno tratto in arresto due persone, Bernardo Cava, 38 anni, e Beniamino Pagano, 29, ritenute affiliate al clan Cava.
I provvedimenti, emessi dal gip di Napoli Ludovica Mancini, su richiesta del pm della Dda di Napoli Francesco Soviero, arrivano a conclusione di una serie dindagini avviate nel 2008, quando un imprenditore edile venne avvicinato dai due arrestati al fine di ottenere una somma di denaro in cambio di tranquillità per la prosecuzione di alcuni lavori pubblici che stava eseguendo ad Avellino.
Sfruttando la personalità violenta di alcuni dei componenti del clan, notoriamente pericolosi, Cava e Pagano, secondo quanto accertato dagli inquirenti, recatisi sul cantiere invitavano i dipendenti a riferire al datore di lavoro di telefonare alla famiglia Cava e di regolarizzare altrimenti avrebbero incendiato il cantiere.
Limprenditore, ormai stremato dalle molteplici richieste e dalle minacce ricevute, decideva di denunciare i fatti ai carabinieri del nucleo investigativo di Avellino, i quali, dopo una capillare attività dindagine e con lausilio delle più moderne tecniche investigative, sono riusciti a identificare gli autori. La collaborazione dellimprenditore ha permesso di delineare compiutamente le modalità di esecuzione del tentativo di estorsione da parte dei personaggi arrestati, raccogliendo prove inconfutabili.
Un nuovo colpo inflitto al clan Cava che negli ultimi tempi sembra aver spostato la sua attenzione sulle attività commerciali di questo centro. La famiglia dei Cava è tristemente nota per la sanguinosa faida che la vede da oltre ventanni contrapposta al clan Graziano, anchesso di Quindici (Avellino). Il momento più cruento fu la cosiddetta strage delle donne quando il 27 maggio 2004 furono trucidate due donne (una terza rimase paralizzata) della famiglia Cava da parte dei Graziano.