Sulla vicenda relativa al divorzio, annunciato, tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e la moglie Veronica Lario, è intervenuto anche il mondo cattolico.
Sulla coppia presidenziale sono piombate le critiche anche dal quotidiano dei vescovi Avvenire che hanno espresso il loro disappunto per le modalità con cui si è realizzata questa separazione: Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a creare. si legge sul quotidiano della Cei – Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese. La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di sé. A nessuno è lecito usare i disastri altrui come arma politica e a nessuno dovrebbe essere concesso di sguazzare là dove sono in gioco i sentimenti delle persone e la vita di una famiglia. Ciò che farebbe ridere sottolinea – in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto ciarpame alla fin fine farebbero volentieri a meno. Non ci è piaciuto quel clima da scambio di “favorini” veri, falsi o presunti tra amici e amiche. E ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica conclude – può essere persino peggiore della verità più scomoda. e comunque prima o poi, arriva il momento del conto.
Dopo larticolo pubblicato su Avvenire, anche la politica ha commetato laccaduto. Pier Luigi Bersani ha affermato: La Cei interviene oggi, il 5 maggio ma quella è una vicenda che ha i suoi prodromi ormai da settimane. Mi pare che sia la prima volta che si batte questo pugno…direi piuttosto che battono un pugnetto. E non oso pensare – aggiunge l’esponente Pd – se una cosa lontanamente simile avesse sfiorato la figura di Prodi. Io sono sempre dell’idea che chiunque si occupa di politica deve cercare di trattare tutti allo stesso modo, se vuole avere un profilo autonomo.
Per lUdc, invece, è inutile parlare di complotto da ogni parte del governo, come sottolinea il leader Pier Ferdinando Casini: Farò propaganda perché si eviti che una sola persona abbia tutti i poteri e che poi magari possa gridare al complotto. Non capisco come mai si gridi al complotto per questioni che sono talmente evidenti che non sono complottate da nessuno. Qui c’è una sorta di intolleranza al pluralismo che sta emergendo. Intanto il presidente Berlusconi sarà ospite, questa sera, alla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa per fare il punto della situazione e chiarire la sua posizione.