Malta respinge nave italiana. Fini: “Garantire diritto d’asilo”

di Angela Oliva

 LA VALLETTA (Malta). Il governo maltese non ha autorizzato l’ingresso nel porto della capitale al pattugliatore ‘Spica’ della Marina Militare italiana.

La nave proveniva da Tripoli dove aveva trasferito 162 extracomunitari e aveva appena ripreso la sua attività quando, durante la notte, si è imbattuto in un barcone con 69 clandestini a bordo. Fonti della Marina Militare hanno spiegato che il salvataggio è avvenuto a 70 miglia a sud di Lampedusa, in acque di competenza maltese: A quel punto è stato ordinato al personale della nave di accogliere i migranti a bordo e così è stato fatto: sono stati soccorsi, rifocillati, visitati, vestiti. Appena concluse queste operazioni è arrivato l’ordine di portarli a Porto Empedocle”. Il pattugliatore, quindi, viaggia verso Porto Empedocle nell’agrigentino ma non si esclude, date le ultime circostanze, un respingimento verso la Libia.

“Credo che Malta e l’Italia si trovino nella stessa situazione. – ha affermato il ministro degli Esteri Franco FrattiniChiediamo entrambi più Europa sulle politiche migratorie e chiediamo che si comprenda che nessuno dei nostri Paesi può accettare le porte aperte alle illegalità e alle clandestinità, mentre accogliamo gli immigrati che vengono da noi per lavorare”.

Intanto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini è intervenuto sulla questione della “linea dura” adottata dal ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Respingere l’immigrato clandestino non viola il diritto internazionale, ma abbiamo anche noi il dovere, come tutti gli altri paesi, di verificare se tra coloro che vengono respinti c’e’ chi ha diritto di chiedere l’asilo. E’ tema così delicato che non e’ possibile affrontarlo in modo superficiale o, peggio ancora propagandistico. Il respingimento non viola nessun diritto. Ho apprezzato- aggiunge Fini – alcune prese di posizione, ma non voglio polemizzare con altre. Respingere l’immigrato che vuole entrare clandestinamente non viola il diritto internazionale. E’ il diritto internazionale che lo prevede, come anche ovvio e giusto che venga verificata la sussistenza dei requisiti per chiedere l’asilo prima di riaccompagnare la paese di cui si proviene. Questo rende complicata la vicenda, perché è noto che in alcuni paesi non vengono rispettati i diritti dell’uomo. Un conto è l’immigrato clandestino– conclude il presidente della Camera- e un conto chi gode della possibilità di chiedere asilo. Sono due questioni che non possono essere trattate allo stesso modo”.

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