CAGLIARI. Tre rose rosse e tre bianche per ricordare Luigi Solinas, Daniele Melis, Bruno Muntoni, i tre operai della Saras morti per asfissia allinterno di una cisterna.
Dopo la tragedia avvenuta martedì pomeriggio, questa mattina, almeno mille persone tra lavoratori, rappresentanti sindacali, amministratori, qualche politico, dipendenti, familiari delle vittime e tanta gente comune si sono riuniti, in silenzio, nel piazzale davanti allo stabilimento. Gli stessi dipendenti dello stabilimento
hanno incrociato le braccia per otto ore per protestare contro queste morti che i sindacati denunciano essere già annunciate.
Allinterno della fabbrica, questa mattina, cè stato il sopralluogo della squadra di specialisti del nucleo Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico) per far luce alcuni aspetti della vicenda. Le indagini dovranno chiarire se il serbatoio dove sono morti gli operai fosse stato adeguatamente bonificato da residui di anidride solforosa prima della manutenzione, se la squadra di tecnici esterni avesse i permessi per procedere all’operazione di routine di pulizia e se i tre indossassero gli appositi segnalatori della presenza di C02 e H2S nell’aria. Inoltre elementi utili allinchiesta saranno apportati dagli esami autoptici sui corpi delle tre vittime.
Dopo lautopsia sarà stabilito anche il giorno delle esequie per il quale le autorità del comune di Sarroch e quelle di Villa San Pietro, il paese delle tre vittime, hanno proclamato lutto cittadino. Oltre allo stabilimento della Saras sciopereranno tutti i metalmeccanici sardi. Intanto sono arrivati in Sardegna, qualche ora dopo l’incidente, i fratelli Massimo e Gianmarco Moratti, proprietari dell’impianto: Vogliamo stare vicino alle famiglie dei tre lavoratori e alle maestranze della società.