SAN NICOLA LA STRADA. Dopo il brusco stop per i due centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati avviato sul territorio sannicolese dai Comuni dell’Ambito C7, si parla di San Nicola La Strada come città razzista.
Assolutamente no. afferma deciso il dottor Francesco Basile, consigliere comunale delegato del sindaco Pascariello per le politiche sociali I cittadini di San Nicola non sono e non saranno mai razzisti. Sul nostro territorio abbiamo una folta comunità di nordafricani e di cittadini dei paesi dellest, eppure non è mai successo nulla di clamoroso. La nostra è una comunità volta allaccoglienza e lo dimostrano i numerosi progetti messi in cantiere dallamministrazione comunale (fra pochi giorni parte anche un nuovo corso di insegnamento della lingua italiana, diviso fra quelli che vi si avvicinano per la prima volta e di secondo livello per coloro i quali hanno già le basi della lingua italiana, ndr.). Senza dimenticare quello che fanno quotidianamente le due comunità ecclesiastiche di don Oreste Farina (con una mensa della carità che ogni giorno offre più di 60 pasti caldi da oltre tredici anni) e di don Pasquale Lunato e le associazioni di volontariato. Nel caso in questione sottolinea Basile sicuramente la colpa è nostra perché non abbiamo saputo dialogare con i condomini di Parco Mirabella (il condominio sito nell’area ex Saint Gobain, proprio nei pressi del Palazzo della Salute, individuato dalle amministrazioni come sede delle comunità) e spiegare adeguatamente che non cera alcun pericolo di vedere la presenza costante di estranei all’interno del parco, il flusso giornaliero di operatori e volontari oppure che potessero registrarsi episodi di violenza da parte degli ospiti stranieri del centro. Come amministrazione abbiamo preso, comunque, atto delle preoccupazioni dei condomini di Parco Mirabella in via Paul Harris, e ci siamo adoperati per trovare due nuove appartamenti che, peraltro, abbiamo già individuato. Questa volta, però assicura Basile da parte nostra ci sarà un maggiore dialogo con i residenti (per motivi di opportunità il delegato del sindaco non ha voluto rivelarci dove si trovano i due nuovi appartamenti, anche per evitare lassedio dei media) e, siamo sicuri, che la gente capirà.
Il progetto dei due centri, denominati L’Aquilone e La casa di Amir e Hassan, – finanziato per il 70% (circa 280mila euro) dal Ministero del Lavoro e da quelli della Salute e delle Politiche Sociali, oltre che dall’Anci (associazione nazionale comuni italiani) e per il restante 30%, pari a 70mila euro, dai quattro comuni dell’Ambito, vale a dire Caserta, Casagiove, Castel Morrone e San Nicola la Strada – prevede laccoglienza temporanea, della durata di dieci settimane, al minore straniero che si trova in Italia senza genitori (nella nostra provincia nel 2008 ne sono stati censiti quaranta), un luogo sicuro dove, oltre al vitto e all’alloggio, è garantita assistenza psicologica, sanitaria e legale (gli operatori del centro dovranno infatti avviare anche le procedure necessarie per il conseguimento di documenti che garantiscano la permanenza del bambino nel territorio oltre che le pratiche per l’inserimento scolastico e professionale e l’iscrizione al sistema sanitario). La presenza di mediatori linguistico-culturali svolge poi un ruolo fondamentale per i piccoli ospiti della comunità, in quanto facilita non solo la comunicazione ma la comprensione culturale, nonché la conoscenza e l’efficacia dei servizi che il territorio di accoglienza offre.