TEVEROLA. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un giovane teverolese su una tematica, il lavoro, che viene puntualmente alla ribalta in occasione delle campagne elettorale e che poi, dopo il voto, finisce nel dimenticatoio.
“Mi chiamo Carlo Colella, sono di Teverola, ho 24 anni. Ho voluto scrivere questo articolo per cercare di sensibilizzare (e forse far prendere a cuore) un tema, una dura realtà o forse la problematica principale del nostro paese (da poco diventato città): il disagio giovanile.
Girando fra i tanti bar e luoghi di ritrovo, e scambiando qualche parola con ragazzi di età fra i 18 e i 30 anni, scopro una realtà sconvolgente. Cè chi lavora un mese si e laltro no, chi non lavora da anni, chi ancora è in attesa di prima occupazione. Ancora più sconvolgente è quello che capita in questo periodo di elezioni. Solo adesso cè chi si accorge di questa situazione.
A Teverola si è costruita una zona Pip, ma vi lavorano solo persone di altri paesi. A Teverola esiste una centrale termoelettrica, ma dà lavoro solo a chi ha santi in paradiso. A Teverola esiste un mega-centro commerciale, il Medì, ma è lo stesso discorso. Senza contare altre attività che potrebbero dare lavoro a tantissimi ragazzi.
Spero vivamente, a nome di tutti i giovani di Teverola, che la prossima amministrazione comunale possa veramente e concretamente fare di più per noi ed evitare di farci emigrare altrove, soprattutto al nord, per riuscire a guadagnare uno stipendio, e magari sognare una realizzazione professionale e una futura famiglia”.