NAPOLI. Dati che parlano chiaro, in maniera inequivocabilmente tragica,per l’economia campana, secondo il rapporto regionale presentato oggi dalla Banca d’Italia dal direttore generale Fabrizio Saccomanni, …
… il direttore della sede di Napoli di Bankitalia, Sergio Cagnazzo, il responsbaile del nucleo per la ricerca economica della sede di Napoli, Giovanni Iuzzolino, il rettore dell’Università Federico II di Napoli, Guido Trombetti e il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.
Iuzzolino ha segnalato “il calo del Pil del 2,8 per cento, un salto indietro di sette anni per la Campania, che non ha recuperato nulla del suo ritardo di sviluppo accumulato negli ultimi 50 anni”. Alla Campania spetta l’ultimo posto anche in relazione ai tassi di occupazione delle regioni europee, ma a destare maggiore preoccupazione è l’aumento delle famiglie al di sotto della soglia di povertà, a quota 22 per cento.
“Essere poveri qui è peggio che altrove – ha commentato Iuzzolino – data la mancanza di servizi adeguati”. Come se non bastasse, solo adesso sono calcolabili gli effetti nefasti dell’emergenza rifiuti che hanno sottratto turisti del 5-7 per cento. Dal rapporto, in merito al settore industriale, emerge che il prodotto interno lordo è calato ovunque tranne che in quello agroalimentare: spiragli di crescita possono esserci solo nei primi mesi dell’anno prossimo.
“Ora che anche Bankitalia ha certificato con la sua puntuale autorevolezza il fallimento di quindici anni di giunte di centrosinistra in Campania, nessuna attenuante può essere più concessa agli uomini dei partiti del disastro”. Lo afferma il sottosegretario allEconomia e coordinatore regionale del Popolo della Libertà, Nicola Cosentino. “Ciò che è mancato alla Campania – afferma il parlamentare – non sono state le risorse finanziarie, ma unorganica idea di sviluppo, che la sinistra non ha mai elaborato in anni di governo. Insomma, quelle stesse risorse che avrebbero dovuto aiutare la Campania a superare storici gap, trasformandola in un attrattore economico, sono invece state sperperate in investimenti inutili, privi di un reale progetto strategico. O, peggio ancora, al solo scopo di rafforzare vecchie e nuove clientele politiche”. “Di questo disastro, dalle dimensioni enormi e dai costi sociali spropositati, unici responsabili sono coloro che, per quindici anni, hanno tracciato la rotta amministrativa della Campania. Asserire qualcosa di diverso è falso. E ancora più sbagliato – conclude Cosentino – è cercare una giustificazione a ciò che non si è fatto. O si è fatto male”.
da “Il Velino”, 15 giugno 2009