Colpo di Stato in Honduras, il presidente trasferito in Costa Rica

di Redazione

Manuel ZelayaTEGUCIGALPA. L’esercito ha destituito il presidente dell’Honduras Manuel Zelaya, ponendo in essere un colpo di Stato.

Zelaya è stato portato in Costa Rica e, parlando ai giornalisti all’aeroporto di San José, ha riferito di essere stato sequestrato durante la mattinata. “I militari – ha raccontato – sono entri sparando a colpi di mitra, mi hanno minacciato e puntato contro le armi”. Il presidente, stretto alleato del venezuelano Hugo Chavez (che ha definito “troglodita”l’azione dei militari e chiesto agli Usa di condannarla), è stato condotto dalla sua residenza in una base alla periferia della capitale, per poi essere trasferito in Costa Rica.

La tv di Stato honduregna, come prime informazioni,aveva riferito che il presidente era stato arrestato e trasferito in una località segreta, poi una dichiarazione del governo di San José parlava dell’ospitalitàdata a Zelaya.

La tensione stava montando da giorni dopo che il presidente aveva annunciato un progetto di modifica della Costituzione, sfidando così il potere dell’esercito e del Congresso. Zelaya, il cui mandato termina nel 2010, puntava ad attuare modifiche per far sì che potesse essere rieletto per più di un singolo mandato di 4 anni. Proprio oggi il Paeseandava alle urne per un referendum che eliminerebbe i limiti posti dalla Costituzione al capo dello Stato.

I contrasti già erano iniziati dopo la rimozione del capo di stato maggiore delle forze armate, Romeo Vasques: decisione contestata dallo stesso militare, la cui reintegrazione all’incarico era stata d’altra parte chiesta dalla Corte Suprema dello Stato.

Poco prima del suo arresto, in un’intervista pubblicata dal quotidiano spagnolo ‘El Pais’, Zelaya aveva parlato di un tentativo di colpo di Stato andato in fumo dopo che gli Stati Uniti si erano rifiutati di sostenerlo. “Tutto era pronto per il colpo di Stato e se l’ambasciata degli Stati Uniti lo avesse approvato, sarebbe avvenuto”, aveva affermato Zelaya, “ma non l’hanno fatto e io sono ancora qui al mio posto grazie agli Stati Uniti”.

Intanto, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha espresso “profonda preoccupazione” per l’arresto di Zelaya, da parte dei militari. “Chiedo a tutti gli attori politici e sociali in Honduras di rispettare le norme democratiche, la legge e gli impegni della Carta democratica inter-Americana”, ha detto il presidente Usa in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. “Ogni tensione esistente e ogni contesa deve essere risolta in modo pacifico attraverso un dialogo libero da interferenze esterne”, ha aggiunto Obama.

Da Corfù i ministri degli esteri dell’Ue hanno“condannato con forza” chiedendone “l’urgente liberazione”. In un documento pubblicato oggi a Corfù, ai margini della riunione dell’Osce, i 27 ministri auspicano un rapido “ritorno alla normalità costituzionale” nel paese centramericano.

L’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha annunciato di aver convocato una riunione d’urgenza per le 15 di oggi ora locale (le 21 in Italia) per esaminare la situazione in Honduras.Il presidente della Organizzazione José Miguel Insulza, ha condannato il colpo di stato.

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