Pascariello intitola il campo sportivo all’appuntato Amato

di Redazione

campo sportivo SAN NICOLA LA STRADA. E’ finalmente giunto il giorno in cui la città di San Nicola La Strada si appresta a celebrare un suo grande concittadino che ha pagato con la vita l’aver aiutato concretamente numerosi ebrei a rifugiarsi in Svizzera e scampare così allo sterminio di massa operato dai nazifascisti.

Infatti, martedì prossimo, 20 giugno, con inizio alle ore 19,45, il Sindaco Angelo Antonio Pascariello procederà alla cerimonia di intitolazione del campo sportivo di Via Fermi alla memoria dell’appuntato della Guardia di Finanza Domenico Amato, al quale,con Decreto del Presidente della Repubblica del 18 giugno 2008 e firmato dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, è stata conferita la Medaglia d’Oro al Merito Civile.

Alla cerimonia solenne parteciperà il Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Vito Bardi, il Comandante provinciale della GdF di Caserta, Colonnello Francesco Saverio Manozzi.

La serata sarà allietata da alcuni momenti musicale a cura della Civica Accademia musicale “Arturo Toscanini”, diretta dal maestro Franco Damiani. L’Appuntato Domenico Amato, nato a San Nicola la Strada il 15 settembre 1905, prestava servizio presso la brigata di Casamoro Porto Ceresio vicino al confine svizzero. Il menzionato militare è stato insignito dell’onorificenza, per aver aiutato, per motivi esclusivamente umanitari, profughi ebrei e perseguitati politici ad espatriare in Svizzera, per sfuggire alla cattura da parte dei nazifascisti, nonché per aver inoltrato la corrispondenza ed i valori che le organizzazioni ebraiche indirizzavano ai rifugiati in territorio elvetico. L’attività si è svolta, nella zona di confine di Porto Ceresio, durante la seconda guerra mondiale, nel periodo successivo all’armistizio tra lo stato italiano ed i governi anglo-americani, cioè dopo l’8 settembre 1943 e fino al febbraio-marzo del 1944. L’appuntato Amato fu arrestato dalla polizia di frontiera tedesca, il 17 febbraio del 1944, colto in flagranza mentre agevolava la fuga di alcuni profughi ebrei verso il territorio svizzero. Fu dapprima tradotto in carceri italiane, poi deportato nel campo di lavoro di Gusen (prossimo a quello di concentramento di Mauthausen), dove morì il 27 febbraio 1945 a 39 anni d’età, lasciando sconsolati la moglie e tre figli.

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