Teano fuori dai contributi per il 150° anniversario Unità d’Italia

di Redazione

Sandro Bondi TEANO. Il Ministro Bondi tiene la città fuori dai contributi per i festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e infuriano le polemiche.

Ciò nonostante, a Potenza sarà realizzato un Museo del Risorgimento, grazie all’investimento del Governo di ben sei milioni di euro: la struttura sarà ospitata nei palazzi D’Errico e Palermo, e si tratta “di un’opera importante, inserita nell’ambito dei progetti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”. Ad annunciarlo è stato lo stesso Ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, a margine di un incontro elettorale che si è svolto nel capoluogo lucano.

“Come ministro per i Beni Culturali – ha aggiunto Bondi – confermo l’intenzione dei realizzare questo progetto, qualificante per Potenza, importante, e testimonio l’orientamento favorevole e l’impegno del governo per progettare questa importante opera pubblica”.

Tenere fuori la città di Teano dai contributi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, città che è stata al centro della Storia Risorgimentale con lo storico incontro del 26 ottobre 1960 fra Garibaldi ed il Re Vittorio Emanuele di Savoia, rappresenta un vero e proprio “schiaffo” alla città di Teano ed alla sua popolazione. Ignorare la storia millenaria di “Teanum sidicinum”, e quello che ha rappresentato sotto l’impero romano e via via sotto le diverse dominazioni, sino ad arrivare a divenire la città simbolo dell’Unità d’Italia, non può essere sottaciuto. Tutti i parlamentari eletti in provincia di Caserta, di qualsiasi schieramento politico e di qualsiasi grado istituzionale (comune, provincia, regione, Parlamento) hanno il dovere morale di rappresentare al Capo del Governo, On. Silvio Berlusconi, saltando direttamente il Ministro Bondi che, da questo orecchio, sembra non sentirci, le istanze di una popolazione che non merita di dover essere messa da parte nell’ambito dei progetti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Teano ed i suoi cittadini ne hanno pienamente diritto.

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