Approvazione del Piano Commercio: riflessioni

di Raffaele De Biase

Peppe Stabile e Domenico CiaramellaAVERSA. Approvato venerdì scorso dal consiglio comunale il Siad (strumento d’intervento per l’apparato distributivo).

Il piano commercio, così come redatto dai tecnici sotto la supervisione dell’assessore al ramo Alfio Verde, ha visto, dunque, la sua approvazione grazie all’unanime votazione favorevole dei 18 esponenti della maggioranza a fronte dei 5 voti contrari dell’opposizione.

Se dai banchi della maggioranza si è posto l’accento sull’oggettivo risultato di aver dotato la città di Aversa di un importante strumento per la regolamentazione di uno dei suoi settori più travagliati, da quelli dell’opposizione si è sottolineato il ritardo con cui ciò è avvenuto, oltre alla non sufficiente limitazione di quelli che potranno essere i nuovi esercizi di media distribuzione. Proprio questi ultimi, qualora lo strumento dovesse ottenere l’avallo della Regione Campania, passeranno dagli originariamente previsti 150 ai 15 attualmente contemplati. Un numero, comunque, che non soddisfa l’opposizione, ritenendolo eccessivo rispetto a un tessuto economico in grado di sopportare, a suo giudizio, solo altre cinque strutture di media distribuzione.

Ancora un volta, dunque, la politica è divisa, ma questo rientra nel gioco fisiologico di due realtà, quella di governo e quella di opposizione, che si confrontano e, talora, si contrastano su visioni e concezioni alternative circa la realtà di riferimento.

Moderatamente soddisfatti i rappresentanti delle sigle sindacali che, pur apprezzando l’avvento di una regolamentazione attesa da anni e la contestuale limitazione di nuovi esercizi di media distribuzione, visti come lo spauracchio per gli attuali esercenti, non nascondono le loro perplessità in merito alla possibilità, rimasta intonsa, di vedere sorgere nell’area 167 quell’unico esercizio di grossa distribuzione che il piano, così come approvato, non vieta, pur nello spazio limitato di 2.500 metri quadri effettivi di vendita.

In ogni caso, e con tutti i se e i ma che si possono legittimamente esprimere, va dato atto al sindaco Ciaramella di aver ottenuto un altro importante risultato sul piano dell’adozione degli importanti strumenti amministrativi che una città che si ritenga tale deve avere. Ricordiamo che lo stesso Ciaramella riuscì nel corso della sua prima sindacatura a far approvare quel Prg atteso da tempi antidiluviani. Come pure va dato atto all’assessore al commercio Verde di aver portato a termine con concretezza un lavoro, in passato avviato da altri, ma non tradotto in una compiuta e largamente condivisa regolamentazione. Il tutto, poi, avendo come naturali interlocutori quei rappresentati sindacali spesso divisi tra loro e altrettanto frequentemente impegnati in liti da cortile come vecchie comari.

Altro dato da rilevare, questo tutto politico, è che l’opposizione consiliare appare rappresentata al momento solo da quel veterano della politica cittadina che risponde al nome di Peppe Stabile. Stabile potrà piacere o non piacere, risultare simpatico o antipatico (come tutti del resto) ma, ad oggi, pare l’unico in grado di incalzare la maggioranza con riferimenti precisi ed interventi pregnanti che oscillano sapientemente fra l’ironico e il perentorio. Anche nell’ultima seduta consiliare l’ex esponente della “balena bianca”, per anni, poi, leader incontrastato del Progetto democratico per Aversa, ha giganteggiato fra un ancora giovane Gatto, un inesperto professor Rosato, un silente Pellegrino ed un non sempre incisivo Cecere. Nel centrosinistra, insomma, c’è ancora molto da fare.

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